Circoscrizioni salve, ma da cambiare

Le circoscrizioni di Trento e Rovereto sono salve. La novità è arrivata di sorpresa, inaspettata. Con un emendamento della consigliera  Franca Penasa  a una legge di modifica delle circoscrizioni territoriali di Bressanone e Varna discussa in consiglio regionale. Apparentemente non c'entrava nulla ma tra i tanti ritocchi proposti dalla consigliera leghista ce n'era uno che tirava un tratto di penna su un articolo della recentissima legge di riforma dei Comuni, quello che sanciva la fine delle circoscrizioni

di Franco Gottardi

Le circoscrizioni di Trento e Rovereto sono salve. La novità è arrivata di sorpresa, inaspettata. Con un emendamento della consigliera  Franca Penasa  a una legge di modifica delle circoscrizioni territoriali di Bressanone e Varna discussa in consiglio regionale. Apparentemente non c'entrava nulla ma tra i tanti ritocchi proposti dalla consigliera leghista ce n'era uno che tirava un tratto di penna su un articolo della recentissima legge di riforma dei Comuni, quello che sanciva la fine delle circoscrizioni (salvo diversa disposizione decisa dai consigli comunali di Trento e Rovereto a maggioranza qualificata entro il marzo del 2014). Penasa ha spiegato in aula che eliminando le circoscrizioni si andava a creare un vuoto legislativo perché le stesse hanno poteri che riguardano il funzionamento delle Asuc e il governatore altoatesino Durnwalder è intervenuto per darle ragione. Così l'emendamento è passato, con una sola astensione.
Dopo l'approvazione della legge 1, il 5 febbraio scorso, era partita la discussione nei due Comuni sull'opportunità di rivedere le funzioni e magari anche il numero delle circoscrizioni. Certo non sarebbe stato facile raggiungere un accordo soddisfacente per i due terzi del consiglio, cioè la maggioranza qualificata. Ora la situazione cambia radicalmente, ma resta, almeno a Trento, la volontà e l'impegno delle forze politiche di procedere a una revisione.
«Le circoscrizioni da noi hanno una ragione storica perché almeno 9 su 12 si sentono ancora Comuni autonomi. Io credo che la loro funzione sia essenziale per tenere monitorato il territorio e sono convinto che vadano magari semplificate ma non certo eliminate» dice  Renato Tomasi , assessore al decentramento. E adesso che non c'è più la spada di Damocle dei tempi ristretti forse ragionare sulle funzioni sarà più semplice. Molti concordano ad esempio sull'inutilità di dover discutere in tutte le 12 circoscrizioni delibere tecniche come il rendiconto di bilancio o argomenti di carattere generale. «Diamo loro le competenze per cui sono nate» esorta Tomasi.
Una linea sostanzialmente condivisa anche dal presidente del consiglio comunale  Renato Pegoretti , che mercoledì ha discusso dell'argomento in commissione Statuto. «La decisione del consiglio regionale - commenta - non ci distoglie dalla necessità di introdurre delle modifiche su ruolo e funzioni delle circoscrizioni. Io ho interpretato questa inaspettata decisione del consiglio regionale, arrivata a pochi mesi di distanza dalla legge, come la volontà di concedere maggiore autonomia ai Comuni. Ma per me è come se non fosse cambiato nulla perché è chiaro che non si possono mantenere le circoscrizioni come dodici piccoli consigli comunali. Bisogna ripensarne il ruolo rispetto alla partecipazione, alla coesione sociale, alle proposte che arrivano dal basso. Oggi francamente per come sono concepite pochi le conoscono e le vivono». È diventata insomma una palestra per addetti ai lavori e una vetrina per chi si vuole cimentare in politica.
«Per me - aggiunge Pegoretti - riuscire a portare a termine entro l'anno prossimo la modifica del capo V dello Statuto comunale che comprende le circoscrizioni, così come del regolamento d'aula e la revisione del regolamento sul decentramento sarebbe un motivo di grande orgoglio dopo tre consiliature di discussioni senza successo». Per il momento sembra che la volontà di sciogliere i nodi accomuni sia la maggioranza che l'opposizione. Nelle prossime settimane se ne discuterà tra i capigruppo per valutare se ci siano le condizioni politiche per un accordo.

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