Bruno a Piedicastello? Perplessità nel quartiere

La conferma dell'ipotesi che il Centro Sociale Bruno potrebbe trovare la sua nuova sede all'interno del quartiere di Piedicastello è avvenuta, se pur indirettamente, dalle riunioni che si sono succedute nel corso della giornata. Nel pomeriggio di ieri una delegazione di cittadini appartenenti al comitato di Piedicastello ha incontrato, assieme al presidente della circoscrizione Melchiore Redolfi, il presidente della Patrimonio del Trentino Spa Claudio Bortolotti I tuoi commenti

La conferma dell'ipotesi che il Centro Sociale Bruno potrebbe trovare la sua nuova sede all'interno del quartiere di Piedicastello è avvenuta, se pur indirettamente, dalle riunioni che si sono succedute nel corso della giornata. Nel pomeriggio di ieri una delegazione di cittadini appartenenti al comitato di Piedicastello ha incontrato, assieme al presidente della circoscrizione Melchiore Redolfi, il presidente della Patrimonio del Trentino Spa Claudio Bortolotti.
E' proprio la presenza di quest'ultimo a dare credito a quelle che fino a ieri sembrano soltanto delle indiscrezioni. Bortolotti non ha confermato la decisione, ma neppure smentito, dicendo che «si ha l'intenzione di iniziare a discutere sulla questione. Quello di oggi è il primo incontro ufficiale per ragionare sul problema».
La proposta di cui abbiamo dato notizia ieri, consiste nel trasferimento delle attività del Centro Sociale Bruno da via Dogana, dove è presente da ormai diversi anni, allo stabile di via Papiria, a Piedicastello. L'edificio di tre piani - destinato al Centro sociale - è ora di proprietà della Patrimonio Trentino Spa che agisce per conto della Provincia. Questo immobile, come tutta l'area dell'ex Italcementi, fa parte di quella grossa permuta avvenuta tra  Cooperazione trentina e  Provincia, permettendo così all'ente di entrare in possesso dell'ex Italcementi e alla Cooperazione di potersi allargare verso lo stabile ad oggi occupato dal Bruno.
Il destino del Centro sociale si inserisce all'interno di questa operazione, essendo un problema se rimane ad occupare gli stabili dell'ex Dogana ma, a questo punto, diventando un problema nuovo se la popolazione di Piedicastello si esprimerà negativamente sull'ipotesi del suo trasferimento nel quartiere. Infatti, anche William Belli, componente del Comitato Piedicastello, seppur personalmente non abbia nessun genere di pregiudizio non può negare che «la questione ha suscitato una forte apprensione tra i cittadini. Non credo per motivi di ordine pubblico perché il Centro Sociale non ha mai dato problemi da questo punto di vista, ma forse perché una realtà di questo tipo poco si concilia con un quartiere abitato da persone anziane e famiglie». Altri esponenti del comitato si dicono preoccupati ma non nascondono anche il fastidio che «Piedicastello debba sempre sorbirsi tutti i problemi della città, dal degrado dell'Italcementi alla presenza di un dormitorio dei senzatetto ed ora un Centro Sociale».
Altro non dicono perché proprio ieri sera è stata indetta una riunione ad hoc per discutere del tema assieme.  Il presidente Redolfi cerca di mediare e di spiegare che la presenza di un Centro Sociale all'interno di un quartiere non è per forza negativa. «Nei prossimi giorni - spiega - incontreremo ancora la popolazione per affrontare serenamente la questione».
A giudicare negativamente il possibile trasferimento del Centro Sociale Bruno in un edificio a Piedicastello di proprietà della Provincia è, invece, la maggioranza dei commenti apparsi sulla pagina internet www.ladige.it. Al netto degli insulti rivolti ai ragazzi del Centro sociale, quello che emerge è la contrarietà che l'intera operazione sia a carico della collettività, dall'affitto al trasferimento. «Sono favorevole alle attività associative ma perché questi del Bruno possono fare tutto con la prepotenza?» si chiede Mattia, mentre un altro utente che si firma Spillo scrive che  «La politica non deve trovare una nuova casa per il centro Bruno, ma occuparsi di chi la casa non ce l'ha». Non mancano quelli favorevoli. Una mamma scrive apertamente «Io sono contenta che mio figlio frequenti il Bruno piuttosto che bighelloni per i bar e le sale giochi» ed invita a «entrare al Bruno prima di criticare».

 

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