«Se ci cacceranno  con la forza resisteremo»

«Tra di noi il dibattito sul futuro del Bruno è aperto. Dall'altra, però - spiega Rolando Lutterotti, uno dei responsabili del Centro sociale -  vediamo un'assoluta mancanza di voglia di discutere con noi da parte della politica. Da oltre tre anni chiediamo un incontro con la presidenza della Provincia. Non ci è mai stata data alcuna risposta»I tuoi commenti

di Daniele Battistel

Bruno__3808269.jpgTRENTO - «Siamo pronti a qualsiasi confronto ma con noi nessuno si è fatto vivo. Di sicuro se proveranno a cacciarci con la forza resisteremo». Rolando Lutterotti è uno dei responsabili del Centro sociale Bruno che da sette anni occupa la vecchia (e abbandonata) Dogana di Trento, a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria.
I giornali al Csa li hanno letti, e non sembrano particolarmente turbati che la pubblica lamentazione di Schelfi possa, alla fine di tutto, dare una improvvisa accelerata alla permuta che cancellerebbe con un colpo di ruspa la loro sede.
«Tra di noi il dibattito sul futuro del Bruno è aperto - racconta -. Dall'altra, però, vediamo un'assoluta mancanza di voglia di discutere con noi da parte della politica. Da oltre tre anni chiediamo un incontro con la presidenza della Provincia. Non ci è mai stata data alcuna risposta».
Cosa potrà succedere, dunque? «Non sappiamo nulla e senza certezza noi non ce ne andiamo». Lutterotti insiste sul fatto che, prima di decidere dell'abbattimento del Bruno, bisogna «avviare una discussione sul piano delle iniziative culturali e a favore della socialità che ci sono in città». «Qui da noi al Bruno c'è l'unico spazio libero e gratuito della città e non può essere soppresso da una presa di posizione politica» continua Lutterotti.
Il Bruno da qualche tempo ha aperto su Facebook la pagina «Il Csa non si tocca». «In una settimana - spiega il portavoce - abbiamo avuto duecento commenti che dicono che il centro non dev'essere chiuso».
Ma cosa succederà se d'improvviso una mattina all'alba arrivassero le ruspe? «Chi avrà preso quella decisione dovrà prendersi la responsabilità del fatto, ma non penso si arriverà a tanto».
Il Csa Bruno, per altro, rifiuta l'idea che l'edificio di via Dogana sia stato occupato abusivamente. «Si tratta di uno spazio non usato a fini personali ed inutilizzato da anni che noi abbiamo recuperato alla città, gratuitamente e con occasioni di servizio per tutti».

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