Rovereto / Il delitto

«Mara era un'ottima infermiera, nervi saldi e grande cuore»

Amici e colleghi ricordano la donna di 63 anni uccisa ieri sera, venerdì 28 luglio, a Noriglio. L’aggressore, un operaio albanese di 48 anni, da tempo era in cattivi rapporti con la vittima

LA TRAGEDIA Mara Fait uccisa sotto casa a Noriglio, davanti agli occhi della madre
LE IMMAGINI L'assassinio è avvenuto davanti alla palazzina

di Matthias Pfaender

NORIGLIO. Mara Fait era andata in pensione da poco più di un anno. Aveva lavorato per tutta la vita come infermiera, all'ospedale di Rovereto. Infermiera di sala operatoria. Un lavoro difficile, di responsabilità, fondamentale per la tenuta di ogni reparto. Era Mara che accoglieva i pazienti in sala operatoria; li preparava, prendeva i dati, controllava i parametri. Era insieme «sbrigativa ma rassicurante», ricordano gli ex colleghi. Sapeva mettere a suo agio, per quanto possibile, le persone che stavano per andare sotto i ferri. Perché emanava quella salda quiete frutto della competenza e dell'esperienza

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