Ambiente / Il caso

Ancora schiuma nel Leno, il Comune: «Non ne sappiamo nulla». Appa tranquillizza

L’allarme sotto il ponte Forbato in Santa Maria, su segnalazione dei cittadini. All’interrogazione dei consiglieri di Fratelli d’Italia, comprensiva di foto, l’amministrazione di Rovereto allarga le braccia. Appa spiega che spesso la causa del fenomeno è la natura stessa, non sostanze pericolose

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. La schiuma nel Leno? Al Comune non risulta, nonostante le foto allegate all'interrogazione dai consiglieri di Fratelli d'Italia Cristina Luzzi e Giuseppe Di Spirito. La segnalazione si riferisce al torrente che scorre sotto il ponte Forbato in Santa Maria. Che ha allarmato l'opposizione su «suggerimento» di chi, passeggiando sotto il Castello, ha notato lo «strano» fenomeno.

Per l'assessorato all'ambiente, però, non c'è alcun problema. «Non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione né direttamente né da terzi, cittadini o altri, né dagli organi competenti che sono stati per altro subito interpellati. - la risposta di Andrea Miniucchi - Ad Appa, a seguito di specifiche verifiche presso le strutture dell'Agenzia e con il funzionario reperibile in quel periodo, non risultano segnalazioni in ordine ai fatti segnalati. L'Appa, per inciso, segnala che nel 2018 era stata condotta un'analisi che evidenziava come la presenza di determinate schiume nel Leno sia compatibile con una dinamica naturale. Inoltre la stessa Appa specifica che non ha elementi per dire se i fatti indicati nell'interrogazione siano assimilabili a quelli del 2018».

Miniucchi, poi, ricorda anche «che ai colleghi del comando di polizia locale non risultano loro interventi su inquinamento o sversamenti nell'area del ponte Forbato». Insomma, nessuno ha sporto denuncia ma si è affidata la questione ai consiglieri comunali. Che, da parte loro, insistono col dire che, nella seconda decina di luglio, «il fenomeno della schiuma nel Leno si è ripetuto per più giorni e si temeva inquinamento magari da detersivi».

L'Agenzia per la protezione ambientale della Provincia, dal canto suo, conferma che periodicamente giungono segnalazioni da parte dei cittadini riguardo alla presenza di schiume o colorazioni anomale nelle acque superficiali. Il più delle volte, però, sono presenze causate dalla Natura stessa e dunque non pericolose per l'ambiente. «La schiuma liquida è un insieme generalmente instabile di bolle d'aria, o di altro gas, che può formarsi alla superficie di un liquido e dunque anche in acqua superficiale. É favorita da sostanze quali i tensioattivi che, abbassando la tensione superficiale del liquido, facilitano l'introduzione d'aria».

Queste sostanze, ricorda un report di Appa, possono dunque essere naturali (proteine saponine, polisaccaridi e sostanze oleose) o di origine sintetica (detersivi e saponi per la pulizia del corpo). Nei torrenti è più facile osservare la schiuma nei tratti in cui, per l'aumentata turbolenza, viene inglobata dell'aria come, ad esempio, a valle di cascate, briglie, zone con flusso caotici. La schiume, trasportata dalla corrente, tende a decomporsi ma può accumularsi nelle zone di calma».

Il Leno, da anni, è sotto l'occhio vigile delle istituzioni ma soprattutto dei residenti. Perché chi cammina lungo le sponde del torrente si preoccupa quando l'acqua che scorre a valle presenta difformità estetiche che ricollegano a potenziali sostanze dannose versate da aziende o da privati. Per questo chi può si rivolge ai propri rappresentanti a palazzo Pretorio che, di conseguenza, chiedono spiegazioni. In passato, d'altro canto, l'inquinamento si è fatto sentire ed ha scaldato non solo gli animi ma anche la procura.

Adesso, invece, pare che quella schiuma immortalata dai telefonini cellulari, e negata dal Comune, sia figlia di una Natura che ogni tanto, appunto, schiuma. E sarebbe questo il caso del Leno in Santa Maria, visto che gli organi deputati al controllo ambientale, che sono molto puntigliosi per altro, non hanno riscontrato anomalie.

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