Rovereto / L’accusa

Anarchici roveretani accusati di terrorismo dalla procura di Bologna

Rischiano una condanna da 7 a 15 anni di carcere. L’indagine del Ros è dovuta alla mobilitazione a seguito della contestazione del 41bis, il carcere duro, affibbiato ad Alfredo Cospito. Tra i fatti contestati, l’attacco ad alcuni ripetitori nell’estate 2022 e l’occupazione di una gru bolognese

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Il reato contestato, per tutti, è quello contemplato dall'articolo 270bis del codice penale: attentato con finalità di terrorismo. Un reato grave, ovviamente, che vede come destinatari dell'imputazione della procura di Bologna anche degli anarchici roveretani. Che rischiano una condanna da 7 a 15 anni di carcere.

Il 17 giugno i carabinieri di Bologna hanno notificato ai diretti interessati l'apertura di un'indagine del Ros per la mobilitazione degli antagonisti a Bologna, ovviamente legata alla contestazione del 41bis, il carcere duro, affibbiato ad Alfredo Cospito. Le reazione dei giovani della «A» cerchiata, che continuano anche in questi giorni con manifestazioni e cortei in giro per l'Italia, hanno convinto la procura ad aprire un fascicolo pesante. E dentro, nei nomi dei potenziali rei, come detto ci sono anche alcuni roveretani che alla contestazione bolognese hanno preso parte e sono stati identificati.

L'accusa, insomma, se confermata dal tribunale può far male ai diretti interessati. E, per capirci, butta lì anche l'associazione (un'aggravante che può portare anni di galera in più) e parla di atti di violenza con finalità di eversione dell'ordine democratico che agisce attraverso una «rete di cellule»" operanti in ambito nazionale e internazionale. «L'associazione - sottolineano i magistrati - si prefigge, nell'ambito dell'indetta campagna di lotta rivoluzionaria in chiave antimilitarista e anticarceraria, il compimento di azioni dirette e/o di sabotaggio, tutte connotate da "violenza politica"».

«I fatti, come detto, riguardano un attacco ad alcuni ripetitori di telecomunicazione nell'estate 2022, l'interruzione della messa alla chiesa del Sacro Cuore di Bologna nel novembre dello stesso anno, l'occupazione di una gru in centro città e la contestuale giornata di presidio svoltasi a metà dicembre, sempre del 2022,e infine il tentativo di incendio ai mezzi di trasporto pubblico e l'interruzione del traffico della via Emilia con incendio di cassonetti».

Gli inquirenti dell'antiterrorismo, insomma, hanno deciso di adottare la linea dura anche se, come sempre, i reati contestati vanno dimostrati in udienza. Per ora, comunque, rimane la contestazione di un reato che, se confermato, potrebbe portare in carcere alcuni esponenti del movimento anarchico roveretano. 

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