Viabilità / Il sondaggio

Automobilisti interrogati: "Dove va?". Il questionario per riordinare il traffico

Un ingegnere dell’ufficio tecnico di Rovereto accompagnato da agenti della polizia locale sta fermando gli automobilisti in città per chiedere da dove vengono e dove sono diretti

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Il piano traffico è una delle questioni che toccano più da vicino i cittadini. Perché, è risaputo, Rovereto è una delle città maggiormente ostiche da un punto di vista viabilistico. Sarà perché è appoggiata alla montagna ad Est e divisa in due dalla ferrovia ad Ovest ma, soprattutto, per quell’unica strada - la statale del Brennero - che l’attraversa da Nord a Sud. La questione, in definitiva, è che i tappi sono molti. E questi colli di bottiglia, ovviamente, creano ingorghi, rallentamenti ed epiteti sprecati da chi è seduto davanti a un volante.

Il Comune, in verità, sta pensando a come tamponare in attesa di una futura, forse, circonvallazione. Nel frattempo si vuole capire come modificare la circolazione per renderla più fluida. E per arrivare al dunque, esperti del settore a parte, palazzo Pretorio ha deciso di tornare all’antico, mandando in strada un ingegnere dell’ufficio tecnico, accompagnato dalla polizia locale, per intervistare gli automobilisti e capire da dove vengono e dove vanno. Un questionario fondamentale per capire come si muove la gente e, di conseguenza, riordinare le direttrici del traffico.

Le risposte che arriveranno, ovviamente, avranno molto più valore dei cosiddetti rilievi tecnici visto che, di circolazione difficile, ne parleranno quelli che ci stanno in mezzo. Ovviamente l’intervento successivo dell’amministrazione sarà esclusivamente interno alla città, nel senso che eventuali opere accessorie - su tutte la sospirata circonvallazione - sono in mano alla Provincia. A livello comunale, però, qualcosa si può fare e, in verità, negli anni si è tentato di tutto, fino ad arrivare al piano Oikos voluto dall’allora assessora Manuela Bruschetti che aveva disegnato una «pista» a senso unico e a doppia corsia a ridosso del centro storico. Fu un esperimento, utile per altro, che finì nel cassetto dopo la doverosa sperimentazione.

Adesso, come detto, ci si affaccia al finestrino delle macchine per chiedere ai guidatori dove sono diretti e che problemi ci sono nel capoluogo lagarino. Le risposte, in tal senso, serviranno per cambiare tutto oppure niente ma, a questo punto, senza lamentarsi visto che le «direttive» arriveranno direttamente dagli utenti.

Insomma, si sta lavorando per il futuro che, inevitabilmente, dovrà fare i conti con la mobilità alternativa, piste ciclabili per intenderci. E questo è un altro capitolo della giunta che, un tassello alla volta, deve provare a completare i collegamenti tra i vari quartieri e con il cuore urbano. Perché la città, è quanto per altro ordina l’Europa, deve diventare sempre più a misura di bici.

Il Comune, dopo aver dato il via libera alla doppia pista in via Campagnole e aver «ciclabilizzato» via Fontana e via Dante, sta cerando, seppur molto lentamente, di aggiornare la rete. Soprattutto pensano a «riportare» in centro Sacco e San Giorgio, come richiesto da anni dalla circoscrizione.

Perché le piste, tolte quelle da diporto - lungo il fiume Adige e il torrente Leno su tutte - servono per spostare la gente dentro il centro abitato lasciando ferma la macchina e togliendo tappi ad una viabilità già congestionata.

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