La lettera / Gratitudine

«Alessandro non c'è più e ci ha lasciato nel dolore più assoluto, grazie a chi lo ha conosciuto e aiutato»

La commovente lettera dei genitori e della compagna del giovane di Marco morto in un incidente. La sua auto è finita contro un camion. Un pensiero e un ringraziamento sono rivolte a tutte le persone che hanno soccorso l’automobilista a quelli che “da allora non ci hanno è più lasciato la mano”

DISGRAZIA Marco, mortale a pochi metri da casa

ROVERETO. Nulla può cancellare il dolore per la perdita improvvisa e tragica di un figlio, di un compagno, di un papà... Ma c'è qualcosa che può lenire quel dolore, può portare conforto, può aiutare a superare i momenti nei quali il mondo ti cade addosso. Sono la vicinanza, un abbraccio, una mano che ti sorregge, un sorriso abbozzato a metà anche se tra le lacrime. Tanti piccoli e grandi gesti che rincuorano e ti fanno dire: la vita va avanti, nonostante tutto.

«È proprio così, non c'è altro da fare...» dicono Lucia e Marco Dacroce mentre con gli occhi lucidi consegnano in redazione una lettera per ringraziare tutti («ma proprio tutti, anche magari quelli che non abbiamo citato») coloro che «hanno conosciuto e soccorso Alessandro, che sono stati vicini a noi, alla compagna Alessandra e al loro piccolo Milo».

Alessandro Dacroce, 37 anni, è morto tragicamente nella sua auto finita contro un camion («un abbraccio anche al camionista coinvolto») la sera dell'11 gennaio a Marco, a pochi metri da casa dove rientrava dopo una giornata di lavoro.

«Alessandro ci ha lasciati nel dolore più assoluto, ma abbiamo voluto raccogliere tutte le nostre forze per scrivere queste poche righe di ringraziamento a tutte le persone che hanno conosciuto e amato Alessandro e che in questi giorni si sono strette a noi in un abbraccio fortissimo» affermano Lucia e Marco.

Che aggiungono: «Abbiamo avuto, noi ed Alessandra, moltissime testimonianze di affetto e di vicinanza che ci hanno aiutato a sopportare un dolore indescrivibile... Gente che per vari motivi ha avuto a che fare con Alessandro ed ha apprezzato la persona che era, sul lavoro e nel tempo libero con la sua grande passione per la corsa...». 

Ma prima di tutto il pensiero va «a chi, quella tragica sera, ha soccorso Alessandro e tutti noi: dal comandante della stazione carabinieri di Rovereto il luogotenente Giovanni Mirella a tutto il team di infermieri e psicologi, dai parenti agli amici tutti che da allora non ci hanno più lasciato la mano. Uno speciale ringraziamento - affermano papà, mamma e compagna di Alessandro Dacroce - è riservato alla ditta Cte di Rovereto che gli ha dato l'opportunità di crescere e maturare a livello lavorativo e a tutti i suoi colleghi che con lui hanno condiviso progetti e soddisfazioni in tutti questi anni».

E poi la grande passione di Alessandro, la corsa, condivisa con gli amici dell'associazione "Gente fuori di strada" ai quali va un grazie «per avergli dato la spinta giusta nel momento giusto: grazie alla corsa che gli ha fatto trovare se stesso...».E dopo un ringraziamento a don Nicola, parroco di Mori, «per le parole che ha trovato per Alessandro» ci sono parole di conforto per il camionista coinvolto «al quale va il nostro abbraccio».

L'uomo alla guida del Tir, mentre viaggiava verso sud all'altezza della Fir di Marco, si è visto arrivare contro la Citroen guidata da Dacroce e si è spostato tutto sulla destra nel vano tentativo di evitare il frontale. «Non ci cambia nulla sapere se è morto per un malore o un colpo di sonno: Alessandro non c'è più e con questo dolore dobbiamo convivere ma a tutti auguriamo che la vita possa tornare a splendere» concludono Lucia, Marco, Alessandra e Milo.

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