Professioni / Veterinari

Dopo l’addio a Chiara, veterinari in sciopero: “Condizioni insostenibili, non è più il lavoro di 20 anni fa”

Alessandra Corradini: «Le donne medico veterinario affrontano ogni giorno innumerevoli difficoltà per coniugare lavoro e famiglia, come tutte le donne e mamme del pianeta. Il settore veterinario, tuttavia, sta affrontando una crisi gravissima»

di Luisa Pizzini

ROVERETO. Quel che è successo a Chiara Santoli, la 25enne veterinaria roveretana morta in una stalla del Veronese schiacciata da una mucca il 3 novembre scorso, ha scosso il mondo dei veterinari. Per la perdita di questa giovane ed appassionata collega, ma anche perché la questione della sicurezza sul lavoro è soltanto uno dei tanti aspetti che si trovano a recriminare.

A raccontarlo è Alessandra Corradini, veterinaria di origini trentine che vive a Bologna e fondatrice del gruppo Lavoro veterinario etico su facebook. É lei che spiega dello «sciopero silenzioso dei veterinari» che sta prendendo piede in Italia. «Non scendiamo in piazza perché non ce lo possiamo permettere e perché la vita degli animali è sempre al primo posto - premette -. L'immagine che l'opinione pubblica ha del veterinario è completamente distorta. La professione è cambiata molto negli ultimi dieci anni ed ora il veterinario è colui che a stento riesce ad arrivare a fine mese, è colui a cui vengono chiesti turni di dodici ore e a cui non viene garantito il riposo, è colui che non ha alcuna tutela sul lavoro».

Alessandra Corradini ha pagato in prima persona queste «condizioni di lavoro insostenibili» che l'hanno costretta ad abbandonare la professione. «L'ho fatto per la mia famiglia, volevo dare un futuro migliore a mia figlia, ma stimo molto chi va avanti e si impegna ogni giorno duramente per salvare le vite dei nostri animali, anche a fronte di sacrifici personali notevoli».

Ma cosa sta succedendo nel settore? «In queste ore sta circolando sui social un articolo della Federazione nazionale ordine veterinari italiani in cui una donna di nome Marta, veterinaria e mamma, affronta la vita ed i sacrifici della professione con leggerezza e abnegazione. In particolare "Marta ha avuto un bambino da pochi mesi ed ha sospeso il lavoro lo stretto indispensabile per gestire la fine della gravidanza e l'allattamento".

È una donna che nessuno ha mai "sentito lamentarsi una volta del troppo lavoro, dei crediti da raggiungere e della vita turbolenta". Niente di strano, se non che questa favola, non è per niente realistica», tuona Corradini.

«Le donne medico veterinario affrontano ogni giorno innumerevoli difficoltà per coniugare lavoro e famiglia, come tutte le donne e mamme del pianeta. Il settore veterinario, tuttavia, sta affrontando una crisi talmente grave, fatta di precariato, assenza di tutele, burocrazia asfissiante, depressione e burnout che questa storia è stata percepita come un vero schiaffo in faccia dalla categoria».

Da qui lo sciopero, silenzioso ma partecipato, diffuso anche attraverso un hashtag #iononsonomarta. «Molti Veterinari stanno condividendo le loro storie personali e facendo emergere che la realtà disegnata in quell'articolo non solo è fuorviante, ma indica che i vertici non sono consapevoli del vero sentire sociale».Si sta scatenando, quindi, uno "sciopero silenzioso", una rivendicazione dei diritti casta e modesta, affidata ad Internet e ai social.

«Non perché i veterinari non vogliano farsi sentire - precisa Corradini - ma perché al contrario, vogliono far emergere come il loro lavoro sia veramente fatto di passione. Molte cliniche, infatti, sono sotto staffate e scendere in piazza significherebbe lasciare da soli milioni di animali e metterne a rischio la vita».

Il prossimo passo è quello di intavolare un confronto con il Governo e le associazioni di categoria, affinché si pongano le basi per un cambiamento. «La professione veterinaria va tutelata, affinché i nostri figli possano esercitarla e possano vivere con dignità».

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