Mart, Sgarbi diffida Cattani «L'unico che parla sono io», duro scontro sulla programmazione

di Matthias Pfaender

«Diffido il vicepresidente Cattani dal rilasciare dichiarazioni false alla stampa. Il vice parla solo su delega mia, quindi Cattani taccia e non dica cretinate, perché non ha titolo. Ma si è mai visto il vicepresidente di Fugatti parlare contro Fugatti?». È scontro al calor bianco tra Vittorio Sgarbi e Silvio Cattani, rispettivamente numeri uno e due del Mart. Mai, nella storia trentennale del museo, si è visto qualcosa di simile.
Origine della tenzone le dichiarazioni rilaciate ieri all’Adige da Cattani, dove mette in forse i pilastri della programmazione di medio termine (2020 e 2012) imposta da Sgarbi e, soprattutto, riorienta su Rovereto la futura mostra su Depero, da farsi nel 2020, che il presidente vuole invece a Trento (Palazzo delle Albere) nel 2021. Un distinguo a mezzo stampa che ha fatto infuriare Sgarbi, al punto di mandare una lettera di diffida al suo vice, esaltandone la sua subalternità gerarchica, fino a schiacciarne di fatto il ruolo: «Il cda ha uno solo rappresentante - tuona Sgarbi, che è il presidente. L’unica delega che ho dato a Cattani è di contrattare con il Muse l’utilizzo degli spazi alle Albere. Cosa che immagino non sarà in grado di fare». Di fronte ad un fuoco di fila simile Cattani non si scompone, né mette in discussione il senso del suo stare in cda: «Non vedo perché dovrei dimettermi, io ho solo espresso delle opinioni e nessuno può impedirmelo. Peraltro sono posizioni che in città hanno molta presa, ed appoggio».
Lo scontro è, sostanzialmente, su due fronti. Il primo è la mostra di Depero. Sgarbi ha portato in cda lunedì scorso la proposta di farla alle Albere, nel 2021. «E Cattani - sbotta - lì è stato zitto. Non ha eccepito nulla nella sede opportuna. Ma poi due giorni dopo sulla stampa dice che la mostra va fatta nel 2020 a Rovereto. Due idiozie. Perché non c’è il tempo di farla, e perché a Rovereto c’è già Casa Depero. Fare un’altra mostra al Mart sarebbe come dare del gelato ad un gelataio, del pesce ad un pescivendolo. Non ha senso. Nel 2020 valorizzeremo con nuovi contenuti Casa Depero, che sarà quindi nucleo originario di una grande mostra da fare l’anno successivo a Trento, città più grande e con prospettive di esportazione dell’esposizione verso Milano o New York. L’arte deve espandersi, non restringersi».
L’altro tema di scontro è sulla sostituzione del dimissionario Maraniello, che il 31 maggio uscirà di scena. Sgarbi ribadisce da mesi l’intenzione di non fare un concorso per assumere «una figura da fuori che non può conoscere o capire nulla del Mart» ma di affidare la gestione manageriale all’attuale direttore amministrativo e la realizzazione delle mostre ai curatori interni, «facendo esplodere le validissime energie interne del Mart, e con tanto di risparmio di 200mila euro all’anno per la Provincia, che non dovrà pagare un nuodo direttore. Peraltro Cattani nel contestare questa visione va contro lo stesso Maraniello, che è stato il primo a suggerire questa soluzione». 

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