Con lo chef Alfio Ghezzi una merenda "stellata" per chi lasora in ospedale

Da oggi, e per le prossime settimane, medici, infermieri e personale sanitario dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto potranno contare su un «piccolo comfort in più», ovvero il pacco «Gusto-box» confezionato dallo chef stellato Alfio Ghezzi. Il patron del ristorante Senso al Mart spiega la decisione con grande semplicità: «Ero a casa e il ristorante era chiuso da due settimane. Lavoravo su alcune ricette ed ero occupato a sistemare delle cose, quando continuavo a vedere queste immagini di medici bardati e impegnati senza sosta. Allora ho pensato che la cosa che sapevo fare era cucinare, e che avrei potuto dare una mano per integrare il lavoro dei cuochi dell’ospedale, preparare qualcosa fuori dall’ordinario per queste persone. La mia proposta è stata accettata e così da oggi sono qui in ospedale».

«Il primo giorno - riprende Ghezzi - è servito per fare preparazioni e orientarmi: gli spazi sono necessariamente molto ridotti perché tutto è stato riconvertito per poter ospitare più malati, e quindi ci vuole un po’ di organizzazione. Lavoro da solo e le preparazioni vanno fatte un giorno in anticipo, per poi essere completate la mattina alle 11, quando questi sacchetti vengono consegnati. Spero di riuscire, con le mie ricette, a comunicare un senso di casa: ecco perché ho scelto delle proposte che possano, per qualche minuto, dare conforto. Nel Gusto-box c’è una specie di merenda, salata e dolce, acqua, frutta. Per venerdì è previsto riso venere con trota affumicata e asparagi, la torta ricoperta di mele e il panino preparato dai ragazzi dell’ospedale. Le pietanze devono essere leggere ma dare forza, e ho pensato a cose che ricordano casa, come la Sacher o la Linzer Torte».

Ogni giorno, tranne il sabato e la domenica, lo chef consegnerà dunque 120 porzioni di rancio stellato a chi ogni giorno è in guerra contro il Coronavirus, così da poter dare un supporto concreto a chi ne ha davvero bisogno. E se è vero che il cibo è nutrimento anche dell’anima, questo gesto potrà essere di incoraggiamento e sostegno. «Il mio è solo un piccolo pensiero che può durare pochi minuti di sollievo. Vorrei solamente mettermi al servizio di chi si impegna in prima persona - aggiunge Ghezzi - cercando di proporre qualcosa di più curato a chi arriva a fine turno, o deve affrontare, momenti di grande tensione». I problemi pratici non mancano: oltre agli spazi ridotti, i contenitori devono essere piccoli, trasportabili e igienizzabili. «Non si può mica salire in corsia con un vassoio!», spiega lo chef, che aggiunge: «Ho già impostato tutta la settimana prossima e lavorerò finché il ristorante sarà chiuso. E anche dopo, se sarà necessario».

Lavorare con i sapori di casa, è parte della filosofia di Alfio Ghezzi da prima di questa ultima proposta. «Sono sempre stato legato al territorio - ammette lo chef - e questo sarà ancora più necessario quando tutto questo sarà finito. Questa emergenza ci aiuta a dare valore anche alle piccole cose, ci porta alla consapevolezza che la fragilità della vita ha un senso diverso, al renderci conto che la libertà è preziosa. E a sviluppare il sentimento che si deve pensare più agli altri e meno a se stessi».

«Allo stesso tempo - conclude Ghezzi - il futuro ci costringerà ancora di più pensare in termini di economia circolare, prediligendo i prodotti locali, consapevoli che rivolgersi ai contadini vicini dà preziose ricadute sociali sul territorio».

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