«Urban festival», una vittoria dei giovani

Quella di domenica doveva essere un’edizione autarchica, dell’Urban festival a Rovereto. Un’edizione, cioè, in cui la cornice del festival era appunto una cornice, all’interno della quale i giovani dovevano avere la libertà di esprimersi. È stato questo, ed ha funzionato: 21 associazioni e gruppi informali del territorio hanno risposto presente, si sono messi in gioco e hanno proposto cose diverse. E a farlo sono stati - novità di quest’edizione - anche i giovanissimi delle scuole superiori. E quindi il pubblico - che appena ha smesso di piovere, verso le 21, ha riempito le strade - ha potuto scegliere tra lo sport in via Tartarotti, la poesia in via Roma, la musica e la scienza in piazza Loreto (dove i ragazzi delle superiori sono stati affiancati dai Bruschetta Brother, musicisti che nella vita di tutti i giorni sono ricercatori universitari. E poi ancora teatro, trampolieri, spettacoli con il fuoco. Ecco, tante proposte diverse, che hanno saputo convincere il pubblico. Soprattutto, che hanno creato contatti ci si augura buoni per il futuro: gli esercenti si stanno interessando per contattare in futuro alcuni artisti. Un’opportunità, insomma. Ecco spiegata la soddisfazione della consigliera delegata alle politiche giovanili del Comune, Elisa Colla. «Possiamo fare senz’altro un bilancio positivo. Nonostante il meteo non abbiamo annullato nulla, salvo i giochi in piazza Erbe. D’altronde piazza Erbe era stata tenuta volutamente leggera, perché c’era l’evento conclusivo della Summer session del Cdm e non si volevano disturbare i musicisti. Quest’anno abbiamo voluto coinvolgere solo associazioni locali, che erano tante comunque, perché l’obiettivo era coinvolgere i ragazzi, soprattutto quelli delle superiori. E lo abbiamo fatto». «Alcuni esercenti hanno preso contatto per richiamare alcuni artisti - prosegue Colla - ed è quello il senso dell’evento: crei i link tra giovani che vogliono sentirsi protagonisti e gli esercenti, fai rete. Perché la città ha energie e associazioni che hanno idee e voglia di fare. E se organizzi eventi, alla fine, la gente arriva».

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