«Quest'anno la Rurale tornerà in utile»

«Due anni fa, quando ho iniziato questo impegno con la Cassa Rurale di Rovereto, l’utile lo si poteva vedere solo con il binocolo. L’anno scorso per vederlo servivano degli occhiali buoni. Quest’anno finalmente lo si può vedere già ad occhio nudo». Il presidente della Rurale Geremia Gios, sabato davanti ai soci, 245 i presenti registrati, riuniti al palazzetto dello sport, si è affidato ad una metafora, per spiegare il momento della cassa. E, dopo la relazione del direttore Romolo Sartoni, ha puntato tutto sulla fiducia. Perché in assemblea anche quest’anno si è portato un bilancio in rosso - la perdita 2017 è di 5,3 milioni - ma la prospettiva, ha ribadito, inizia ad essere se non rosea, quantomeno non più preoccupante. Lo ha detto, Gios, forte di tre dati: la pulizia ad alzo zero sui crediti deteriorati, che permette di non aspettarsi ulteriori brutte sorprese in futuro, la gestione ordinaria della cassa, che senza il problema dei crediti non performing sarebbe in utile e l’intervento del sistema che ha alleggerito la banca di molta parte della zavorra. Ma rileggendo i dati di bilancio inserendoli nel contesto generale, Gios è partito dai ricavi, in crescita: 23,3 milioni nel 2017, 21,1 nel 2016. In questo capitolo il margine d’interesse arranca ancora (ora 11,9), così come calano i prestiti, mentre crescono le commissioni nette e crescono gli interessi sui titoli, passati in un anno da 2,8 a 5,6 milioni, anche per effetto delle politiche della Bce, che al sistema bancario ha garantito liquidità a tasso zero finalizzata ad investimenti in titoli). Le spese rimangono contenute sia sul fronte del personale che su quello delle spese amministrative. Il passivo è quindi frutto, un altra volta, della rettifica sui crediti deteriorati. Sulla pulizia cioè su quei prestiti che la banca non ha più ragionevolmente la possibilità di veder rientrare. Perché ormai la storia è questa, dall’inizio della crisi: se l’economia reale arranca, in automatico le aziende (per lo meno alcune) non sono in grado di far fronte agli impegni finanziari, che si erano prese magari quando la crisi nemmeno c’era. Quindi la banca deve svalutare quei crediti. Quanti? Nel 2017 siamo a quota 13,5 milioni. Ancora tanti. E da quelli arriva il passivo di oltre 5 milioni. 
Ovvio, la platea dei soci aveva soprattutto un timore: che le svalutazioni non siano ancora finite. Perché in questo girone dantesco ormai sono incastrati da quasi cinque anni. Qualcuno potrebbe immaginare che non ci sia una fine. Ecco, Gios ieri sera ha detto loro che la fine non solo c’è, ma è pure vicina. «Posso dire che i crediti deteriorati già dal 2018 non saranno più un problema. Perché a inizio primavera saranno stati circa 140 milioni. Di questi Cassa Centrale ne ha acquistati 70 milioni, e altri 30 ne acquisterà. Questo alleggerisce molto i nostri bilanci e significa che anche ulteriori svalutazioni rientreranno nella normale gestione del nostro bilancio». 
Insomma, si può guardare al futuro. Come? Per dirlo Gios torna alla metafora del cannocchiale. «Binocolo e occhiali permettono di vedere meglio le cose lontane, ma restringono l’angolo della visuale. Guardando ad occhio nudo, come possiamo fare ora, vediamo che risolto il problema della gestione restano sul tappeto due nodi: la fusione e il gruppo unico. Ma su erntrambe ha chiesto la disponibilità dei soci ad un incontro informale tra qualche settimana.

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