Allarme sociale, oltre 3.700 anziani soli

E in 1.700 hanno oltre 75 anni. Previdi: «I commercianti segnalino i casi a rischio»

di Matthias Pfaender

Non è più tempo di grandi esodi estivi. Le città spopolate d'agosto sono un retaggio passato, tipicità del secolo scorso in via di estinzione. Eppure, anche oggi, in tempi di budget familiari più ristretti e ferie «mordi e fuggi», il mese di agosto porta con sé una città un po' più vuota, con qualche negozio e ufficio pubblico chiusi, con meno persone (ancora di meno rispetto al solito) a passeggio per il centro, di giorno o la sera. È in questo periodo, caratterizzato da dinamiche sociali più rarefatte, che l'emergenza sociale per gli anziani soli raggiunge il suo acme.

Perché anche se priva di un'eco mediatica (sui giornali o sui social network) di emergenza vera si tratta. Bastano due numeri a dare l'idea della dimensione del fenomeno. A Rovereto, che anche quest'anno si è fermata sotto la soglia dei 40mila abitanti, vivono 3.700 anziani (sopra i 65 anni) soli. E sono 1.700 gli anziani soli con più di 75 anni. Oltre il 9% della popolazione di Rovereto è, secondo i parametri di giudizio dei servizi sociali, soggetto anziano a rischio potenziale.

Con queste premesse, il sistema di assistenza sociale cittadino non può rispondere da solo al compito di prevenire - o risolvere - tutti i casi di degrado sociale. Ne è convinto l'assessore competente Mauro Previdi. «I servizi sociali comunali, cui vanno porzioni importanti del bilancio comunale (da solo il capitolo "diritti sociali, politiche sociali e famiglia" del bilancio comunale assorbirà nel 2017 16,9 milioni di euro, la voce più grande della spesa in parte corrente, ndr ) non possono da soli intercettare tutte le singole condizioni di disagio sociale, soprattutto se legate a persone anziane, che tendenzialmente sono meno "appariscenti", e tendono in molti casi, di fronte a emergenze economiche, a non chiedere aiuto e a limitare le attività sociali, "rinchiudendosi" in casa». Una dinamica cui faceva riferimento anche don Sergio Nicolli, decano di Rovereto, in occasione della presentazione del quinto anni di attività del «fondo di solidarietà decanale», lo strumento di sostegno al reddito gestito dalla Caritas ed alimentato dalle donazioni di privati cittadini. «Gli anziani spesso si vergognano di chiedere aiuto - commentava Nicolli -. Nella nostra attività nelle parrocchie e nei centri ascolto in questi ultimi anni siamo venuti a conoscenza di situazioni di disagio economico grave di anziani soli delle quali nessuno sapeva niente».  

In questo quadro sociale si inserisce quindi il progetto di «welfare allargato» cui sta lavorando l'assessore Previdi. Un sistema ideato sul solco delle «relazioni» tanto care al sindaco Valduga ed all'interno del quale i commercianti di Rovereto dovrebbero diventare delle specie di «antenne sul territorio» a servizio del Comune, al quale dovrebbero segnalare, in forme operative da concordare, le situazioni eventuali di disagio. «Ci sono già state - sottolinea Previdi - occasioni in cui singoli commercianti hanno segnalato agli uffici comunali situazioni di emergenza sociale fino a quel momento sconosciute. Per tanti anziani i commercianti, i titolari delle botteghe, sono tra le conoscenze più importanti, quelle che frequentano più spesso. Anzi, in alcuni casi, praticamente le uniche. E quindi in molte situazioni solo l'occhio del bottegaio, l'unico a vedere l'anziano nella sua quotidianità, può percepire se c'è qualcosa che non va, se c'è un disagio montante. Il progetto cui sto lavorando mira quindi essenzialmente ad esplicitare ed istituzionalizzare questa dinamica e a sensibilizzare i negozianti del centro».

comments powered by Disqus