Rovereto, più giovani e più donne bevono

La buona notizia è che il consumo medio di alcol nella popolazione è diminuito e, con esso, i problemi legati all'uso eccessivo. Dai 13 litri di alcol puro pro capite annuo degli anni Settanta agli attuali 8-9 litri, con l'obiettivo dell'Organizzazione mondiale della sanità di scendere almeno a 6 litri.

La riduzione del consumo è il frutto di una serie di azioni mirate messe in atto negli ultimi quarant'anni.

«Nello studio nazionale Passi 2015, attraverso il quale alcuni operatori sanitari hanno intervistato un campione della popolazione tra i 18 ed i 69 anni, è emerso che i trentino che hanno consumi di alcol significativamente rischiosi sono il 30 per cento della popolazione - ricorda il dottor Luigino Pellegrini, responsabile del servizio di alcologia dell'Apss -. Stiamo parlando di persone che bevono sistematicamente alcol al di fuori dei pasti oppure che bevono molto anche una sola volta a settimana, com'è nelle abitudini di alcuni giovani.

Dentro a questa quota troviamo persone o famiglie con gravi conseguenze fisiche, psicologiche, familiari, sociali che per fortuna sempre più spesso rispetto al passato si rivolgono alle associazioni di sostegno. Trento e Bolzano sono ai vertici dei consumi e dei problemi alcol correlati in Italia e soltanto il 5 o 6 per cento delle persone con consumi a rischio hanno ricevuto consigli a cambiare stili di vita dal proprio medico».

Un dato allarmante è la presenza sempre maggiore di ragazzi anche molto giovani tra coloro che abusano dell'alcol e di donne, anche ragazzine che comportandosi in questo modo vogliono omologarsi ai maschi. E anche da questo nasce l'esigenza di aumentare la prevenzione, sia a livello sanitario attraverso i servizi che fanno capo all'Azienda sanitaria che con l'aiuto della associazioni che operano sul territorio.

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