A spasso con la katana Condannato a due mesi

Non ha fatto male a nessuno. Ma una katana non si può tenere in casa senza denunciarne la presenza. Perché per il codice penale italiano resta un’arma. E serve denunciarla. Ovvio che quindi non è possibile nemmeno andarci in giro. Se lo si fa, si finisce nei guai.

L’ha purtroppo capito ieri mattina un cittadino straniero, J.S., 34 anni del Burkina Faso, che alla fine è stato condannato a due mesi d’arresto, pur con sospensione.

La vicenda risale al 2 settembre del 2015. Ed è curiosa abbastanza da essere finita anche all’epoca agli onori della cronaca. La polizia è finita sulle tracce del giovane straniero perché tempestata di chiamate. In un solo giorno al commissariato erano arrivate svariate telefonate. Tutta gente che diceva di aver visto un giovane che camminava con una katana.

Non faceva nulla di aggressivo, non la usava né per ferire, né per minacciare i passanti. Ma certo un po’ d’apprensione deve averla creata comunque. Da qui le chiamate al commissariato, che ha quindi deciso di andare a fondo.

La città è piccola, lui era stato visto in centro. C’è voluto qualche giorno per capre di chi si trattava. A quel punto i poliziotti hanno suonato alla sua porta, in pieno centro storico. E, una volta entrati, hanno visto la katana. Una signora katana, per altro: 97 centimetri di lunghezza, per una lama di circa 68 centimetri.

Interrogato sul motivo che lo portava a custodire un simile oggetto, il giovane straniero ha spiegato di non conoscere le leggi e di non sapere che era necessario denunciare la detenzione di simili oggetti. Quanto all’uso, ha spiegato che la katana gli serviva per tagliare la legna. Non è bastato: è scattata la denuncia e, ieri mattina, è arrivata la condanna.

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