Disinnesco dell'ordigno di via Vallunga Domani sarà una Rovereto «deserta»

Sarà pure una piccola città di provincia ma Rovereto, ormai a 360 gradi, vanta eccellenze riconosciute a tutti i livelli. L'ultima, curiosa ma crudemente reale, riguarda le bombe. Quelle, ovviamente, del secolo breve, delle guerra mondiali, «souvenir» di un conflitto che ha distrutto mezza Europa. Ma, soprattutto, ha devastato l'asta dell'Adige tra Rovereto e Vipiteno, dove gli aerei alleati hanno alimentato una grandine di metallo e tritolo di cui, dopo settant'anni, ancora si portano i segni.

Domenica, a distanza di un anno dall'ultima operazione, la città della Quercia torna a svuotarsi di cittadini per riempirsi di militari, forze dell'ordine, personale della Protezione civile. Perché c'è da eliminare l'ennesimo «confetto» bellico caduto sul territorio lagarino. Stavolta, la pillola da 500 libbre (250 chili di esplosivo) è stata trovata al Bosco della Città. Un posto insolito ma che, ricordano i ben informati, ospitava negli anni Quaranta del Novecento una contraerea. Obiettivo, dunque, dei caccia americani che stavano liberando l'Italia dall'invasore tedesco.

Si parlava di eccellenza, però. E a confermarlo è il colonnello Luigi Musti, comandante del secondo reggimento guastatori alpini, il massimo esperto di disinneschi e bonifiche visto che opera in tutto il Nord Italia e anche più in giù. «Rovereto è una scuola, un esempio per tutti. - spiega - Due settimane fa, nel Padovano, siamo intervenuti per due bombe d'aereo uguali a quella di Vallunga e la macchina operativa comunale e di Protezione civile ha copiato il modello roveretano applicato il 15 novembre dell'anno scorso».

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Sulla Vallagarina, d'altro canto, è piovuto almeno mezzo milione di bombe sul finire della Seconda guerra mondiale. Ed ad ogni scavo si rischia di imbattersi in un reperto. «È un segnale che può anche essere positivo. - ricorda il colonnello Musti - Perché se si scava vuol dire che si lavora e che l'economia gira».

Il «nuovo» ordigno, comunque, è già stato messo in sicurezza e domani mattina saranno tolte le spolette e quindi, una volta inertizzato, sarà trasportato alla cava Chizzola di Pilcante per farlo brillare. «Questa a tutti gli effetti è un'operazione militare. Per questo le misure di sicurezza sono così imponenti». E riguardano, non a caso, quasi 21mila roveretani a cui si aggiungono un centinaio di residenti di Volano a una trentina di Trambileno. I numeri, nonostante il luogo del rinvenimento sia collinare e «nascosto» dalla montagna che insiste sul Brione, sono importanti: gli evacuati che vivono nella zona rossa sono 1.213; quelli in zona gialla (che devono tapparsi in casa e non uscire fino al doppio suono della sirena) sono 18.876. E la desertificazione della città, almeno della parte Centro-Nord, sarà accompagnata dalla chiusura della statale del Brennero e della ferrovia.

«Ormai siamo rodati ma la prudenza non è mai troppa. - dice l'assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola - In operazioni del genere la collaborazione delle popolazione è fondamentale. Tra l'altro, tra l'ultima bomba del novembre 2015 e questa tutti i residenti sono stati coinvolti nelle evacuazioni e nei controlli. Diciamo che in un anno siamo riusciti a testare un piano di Protezione civile senza precedenti. Chiediamo uno sforzo a tutti i roveretani di attenersi alle disposizioni. Ricordo che l'inizio dell'attività da parte dell'Esercito Italiano sarà segnalata con un suono di sirena e la fine con due. La sirena, per capirci, è stata installata nel parcheggio al Bosco della Città, vicino alla bomba».

Gli evacuati saranno ospitati nel centro di accoglienza allestito alle scuole Alighieri di via Benacense. «Si sono iscritti solo in 30 al pranzo, forse perché l'ultima volta tutto è filato liscio ed è stato veloce e sono tutti rincasati prima di mezzogiorno».

Per evitare «intrusioni» nelle aree interdette, le forze dell'ordine, specie la polizia locale, appronteranno 65 posti di blocco (con 130 agenti in strada) presidiando tutti gli accessi alla città «vuota». La zona rossa sarà chiusa con 25 «cancelli umani» e quella gialla con 40. In termini militari si potrebbe parlare di check point, manco fossimo in guerra. Ma con gli esplosivi non si scherza e, di fatto, questa operazione è un'eco seppure remota del più grosso conflitto bellico mondiale. L'unica deroga in fatto di evacuazione è stata concessa alla Solatrix. Una parte dei pazienti, infatti, era difficilmente spostabile. L'Esercito ha comunque costruito un vallotomo in Vallunga per trattenere eventuali detriti. Non prima di aver controllato l'intera area con strumenti magnetometrici per scongiurare la presenza occulta di altre «pillole».


 

L'operazione bomba coinvolge anche il servizio di trasporto pubblico. Per quanto riguarda gli autobus, da inizio servizio alle ore 13.05 sono soppresse tutte le corse urbane. Nel caso il termine delle operazioni si protragga dopo le 12.30, il servizio riprenderà non appena possibile, circa mezz'ora dopo il suono della sirena.

Per i treni, invece, dalle ore 9 alle ore 12 la circolazione tra le stazioni di Trento ed Ala sarà sospesa. In caso di termine anticipato delle suddette operazioni i treni potranno riprendere la regolare circolazione. I treni saranno sostituiti da bus che effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni, ad eccezione di Rovereto (presso il piazzale della Pneusmarket, via Abetone 28, 850 metri a Sud della stazione ferroviaria di piazzale Orsi).

Dalle ore 7 alle ore 8.30 è previsto un servizio navetta dalla zona rossa al centro di accoglienza in via Benacense (scuole Dante). Questi i percorsi e gli orari: da Toldi, via Monte Pipel, Bosco della Città, Maso Valduga, via Vallunga (angolo via Monte Pipel), viale dei Colli angolo via Bellavista (scuola alberghiera), con partenza da Toldi alle 7, 7.45, 8.30. Dal Brione (fermate: via Puccini angolo via Perosi e via Donizzetti e via Dripozzo bivio Solatrix), con partenza da via Puccini angolo via Perosi alle 7.10, 7.30, 7.50, 8.10 e 8.30.

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