Rapine in banca e sala slot In manette tre persone

I carabinieri hanno arrestato i responsabili delle rapine a mano armata ai danni della cassa rurale di Lizzana di Rovereto e della sala da gioco «Admiral» di Rovereto. L’ordinanza di  misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone è stata eseguita nei giorni  Denunciate a piede libero anche altre due persone per concorso nel reato e favoreggiamento.

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Tutto risale al 30 novembre 2015, quando un uomo travisato e con un coltello in pugno faceva ingresso nella filiale di Rovereto in via Abetone della Cassa Rurale di Lizzana e, minacciando gli impiegati, arraffava oltre 8.000 euro.
 
Le indagini erano partite con la visione e l’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della banca, di tutti i sistemi privati nella zona e del sistema cittadino. Venivano analizzate le testimonianze rese sul momento dai testimoni e dagli impiegati della banca confrontandole tra loro per vedere se c’erano delle anomalie sul racconto ed infine venivano effettuati accertamenti tecnici anche raccogliendo un profilo genetico da alcuni indumenti persi dal rapinatore.

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Nei mesi successivi sono stati messi a fuoco indizi e sospetti su alcuni roveretani, all’apparenza insospettabili, che erano collegati ad alcuni cittadini albanesi.

La notte del 7 aprile scorso veniva perpetrata un’altra rapina a mano armata in Rovereto, all’interno della sala da gioco Admiral, in piazza Follone, poco distante dalla filiale oggetto della precedente rapina. In questo caso l’uomo travisato impugnava una pistola, legava con alcune fascette da elettricista alcuni dei clienti presenti in sala e il responsabile di turno e si faceva consegnare l’incasso, di oltre 12.000 euro, per poi  dileguarsi a piedi.

L’inchiesta sulla scena del crimine, le testimonianza e l’analisi dei filmati ha permesso ai carabinieri di verificare alcune coincidenze con la rapina di novembre 2015.

Da quel momento, le attività d’indagine, sia tecniche e sia classiche (pedinamenti, appostamenti ecc), hanno consentito di raccogliere elementi particolarmente indizianti al punto di poter ricostruire con certezza i fatti, per arrivare quindi all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di una coppia roveretana, lei S.P. una impiegata pubblica di 48 anni e lui N.S. un autotrasportatore di 52 che hanno concorso nelle rapine, in tempi e modi differenti, fungendo da palo e sopralluogo, assieme al materiale esecutore, un albanese disoccupato C.M. di 44 anni loro convivente. Infine, venivano deferite due persone, un uomo albanese ed un impiegato roveretano per concorso nel reato di rapina e favoreggiamento in quanto tentava di sviare le indagini rendendo dolosamente dichiarazioni fuorvianti.

Dall’analisi della personalità dei tre attori principali delle rapine, durante il periodo in cui sono stati osservati e pedinati, si è potuto evidenziare una forte tendenza al gioco nelle sale scommesse di tutto il Trentino fino a notte fonda, con ingenti perdite di denaro, movente che ha sicuramente scatenato in loro l’idea di commettere le rapine al fine di appianare i debiti e iniziare nuovamente a giocare benché due dei tre arrestati percepissero uno stipendio regolare.

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