La strada delle "Teragnole" a Rovereto, hi tech

L’appuntamento è per domenica 8 maggio alle 8 in via Rialto, intorno alla fontanella delle Scotinere. E l'idea è quella di seguire la vecchia strada delle Teragnole, le donne che scendevano a piedi da Noriglio per vendere le proprie povere cose: l’escursione, infatti, è strutturata sulle ricerche di Renato Stedile e guidata da Italo Prosser, Antonio Sarzo e Luigi Valduga. Si salirà per la Valbusa verso le Laste rosse, il «Capitel de Sant’Antoni» e la «vecia osteria del Nazio» fino a Terragnolo, passando per le frazioni di Valteri, Masi Brenta, Perini e Valduga.
 
Sono passati cent’anni esatti dall’esodo della gente di Noriglio e di Terragnolo verso l’Austria e la Boemia, sfollati della Grande Guerra, e quel sentiero ha tante cose da raccontare.  Lungo la strada, infatti, sono stati installati dei pannelli con tanto di Qr-Code che consentono - grazie ai telefoni cellulari di ultima generazione - di accedere alle audioguide che spiegano lo scibile del luogo. Il supporto digitale si è affidato alla voce di tre ragazze di Terragnolo che, al visitatore, illustrano le bellezze naturali ma pure le vicende avvenute nei secoli.
 
«Oltre lo stress, per godere di luoghi ameni e ricchi di aneddoti, camminando senza fatica e gustando prodotti locali, è questo il turismo che ci piace», spiegano in coro il sindaco di Rovereto Francesco Valduga e quello di Terragnolo Lorenzo Galletti. E a loro si unisce il presidente della circoscrizione di Noriglio Stefano Spagnolli. Il progetto, tra l’altro, coinvolge un centinaio di volontari, tutte le associazioni delle valli del Leno, dal coro agli scout fino ai cacciatori, che hanno pulito a fondo il percorso.
 
Le «teragnole», dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, si alzavano alle cinque del mattino e, fazzoletto in testa e lanterna ad olio in mano, scendevano a valle, la «goba» sottomessa alla «zerla» o al «raminel» o alle «fascinele». E su e giù, trenta chilometri al giorno con le scarpe di pezza ai piedi, per vendere latte e uova e pure la legna. E si fermavano alla piazzetta delle Scotinére (sull’odierna via Rialto nei pressi della fontanella).

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