Rovereto, esercito di volontari per il disinnesco della bomba

di Chiara Zomer

L'operazione per il disinnesco della bomba, domenica prossima, coinvolgerà un mare di cittadini. E certo, perché vada a finire tutto per il meglio, si conta soprattutto sul lavoro degli artificieri e delle forze dell'ordine, che saranno responsabili gli uni del buon esito dell'intervento di disinnesco, gli altri dell'ordine pubblico. Ma se la mastodontica macchina dell'assistenza funzionerà, lo si dovrà essenzialmente ai volontari. Un esercito di gente. Perché non c'è momento della giornata - esclusi i delicati istanti del despolettamento dell'ordigno - che non veda impegnata la protezione civile. E quindi dai pompieri alla Croce Rossa, dai Nuvola agli psicologi dei popoli, sono oltre 250 quelli chiamati «in servizio». Naturalmente gratis.

Quelli coinvolti nelle operazioni più delicate restano i pompieri volontari. Il comandante Luca Minatti - che sarà affiancato dal collega di Isera - avrà il compito di coordinare tutti i volontari, di tutti i corpi. dalla centrale operativa. I suoi uomini saranno attivi sui luoghi sensibili. Quaranta in tutto quelli roveretani, divisi in squadre. La prima squadra avrà il compito più delicato: affiancherà gli artificieri. Resteranno in una posizione di relativa sicurezza - all'ingresso della Manifattura - pronti ad intervenire in caso qualcosa vada storto. La stessa squadra scorterà poi la colonna mobile degli artificieri che porteranno la bomba, una volta despolettata, in cava a Chizzola. Altre due squadre complete di mezzi per una prima partenza saranno a disposizione per eventuali emergenze che si venissero a creare durante il periodo di strade chiuse: una al Quercia, l'altra a Rovereto sud. A questi si aggiungono le due squadre al limite della zona gialla, una in via Unione l'altra in via Navicello, che in caso di necessità con i tecnici di Dolomiti energia staccheranno le centraline di gas e elettricità. Infine le ultime due squadre: una lungo l'Adige con il gommone, l'altra al centro d'accoglienza. A loro si aggiungono i volontari di Mori, Villa, Isera, Pomarolo, Nomi e Nogaredo (35 in tutto) che presidieranno le centraline in destra Adige. Infine alcuni volontari saranno preallertati, in caserma di Mori e Volano.

Poi c'è l'assistenza. La parte del leone la fa la Croce rossa: sono una novantina quelli già impegnati, ma altri sono preallertati. Arriveranno da Rovereto, Folgaria, Canal San Bovo, Moena e Val di Non. Le divise bianche e rosse collaboreranno con il 118 per lo spostamento degli allettati e dei disabili. Il loro intervento non sarà necessario nella Rsa di Sacco - che sposterà gli ospiti con mezzi propri - ma sono disponibili per le necessità dei privati, che in queste ore il 118 sta quantificando. Poi ci sono i due ospedali da campo: in quello a sud si occuperanno dell'attendamento (garantendo la logistica), mentre nel pronto soccorso a nord si occuperanno di barelle e gazebo.

Il resto dei crocerossini saranno ai centri d'accoglienza: loro la responsabilità del censimento e della prima accoglienza, loro soprattutto il merito, se quelle ore (poche o tante lo si capirà domenica) trascorreranno veloci e non rallentate dalla noia. Perché oltre all'allestimento della sala riposo e della sala lettura per gli adulti, la Croce rossa, attraverso il gruppo giovani e assieme agli psicologi dei popoli, sta approntando una serie di laboratori per i più piccoli: giochi da tavola per gli adolescenti, laboratori di pittura e animazione varia per i bambini. Mentre si sta cercando di allestire una sorta di piccolo cinema.

Poi ci sono i Nuvola , una assoluta garanzia in questo tipo di interventi. Sono circa cinquanta quelli che da sabato mattina sono precettati: la mensa sarà all'arcivescovile, ma sabato si allestiranno anche una cucina da campo esterna e un tendone come sala da pranzo. Domani si farà il punto sul numero di cittadini che approfitteranno del pasto comunitario, ma nel frattempo i negozi sono stati allertati: entro mercoledì si farà la spesa vera e propria.

E poi arriverà la giornata campale di domenica. Per i Nuvola comincerà presto: non c'è solo il centro d'accoglienza, ci sono anche i tantissimi che saranno messi agli incroci da chiudere. Resteranno bloccati lì per tutto il tempo: ad ognuno sarà garantito qualcosa di caldo da bere e un panino.

E poi c'è il pranzo, appunto. Menù semplice ma a prova di diversità culturali: pasta al pomodoro, tacchino con contorno di piselli e carote, banana come frutto. Per i celiaci, prodotti ad hoc per assicurare il rispetto dei regimi alimentari diversi. Per fare tutto questo, saranno in campo circa 50 volontari, in arrivo dalla Bassa Vallagarina, dalla Val di Sole, da Rotaliana e Paganella, dall'Adamello e dall'Alto Garda: «Se ci sarà scarsità di prenotazioni al centro d'accoglienza, e quindi non sarà necessario far lavorare tutti, lasceremo a riposare i volontari della Val di Sole - spiega il presidente Giuliano Mattei - comunque noi siamo pronti. Sia che a mangiare arrivino in 400, sia che siano 1.700».
E altrettanto pronti sono i sei psicologi per i popoli allertati. A loro il compito delicati di aiutare chi in queste ore reagisce con ansia o paura, o chi si rifiuta di allontanarsi da casa, benché sia ubicata nella zona rossa. «Al centro d'accoglienza invece - spiega il presidente Ranzato - il nostro ruolo sarà più psico sociale, per contribuire a dare una sistemazione meno disagevole possibile a chi sarà lì ospitato».

comments powered by Disqus