I profughi sul palcoscenico per il Natale dei popoli

di Nicola Guarnieri

A breve la città brillerà, il centro storico vivrà di Mercatini di Natale e le luci sfavillanti della festa più attesa dell'anno animeranno la comunità lagarina. Quello di Rovereto, però, non è solo un contenitore commerciale ma il Natale dei Popoli. E come tale, oltre ai metaforici ricchi premi e cotillon, manda in campo la solidarietà e lo spirito più vero e sincero - anche se confinato in un angolo in molte parti del globo - della ricorrenza della nascita di Gesù.
Capita così che un evento straordinario passato tra le forche caudine della gestione dell'emergenza e della polemica a tinte razziste diventi occasione proprio per proporre un Natale reale, quello dei popoli e della pace appunto.

I protagonisti delle feste roveretane, non a caso, saranno i profughi del centro di accoglienza di Marco, gente in fuga da guerra e fame che bastonano ogni giorno l'Africa e il Medio Oriente e che nell'ex polveriera ha trovato un approdo e un riparo. Ed ora pure un'occasione di rivalsa sociale improvvisandosi attori . Sarà questo il momento forte, di cuore, di solidarietà del Natale nel capoluogo della Vallagarina.

L'estemporaneo gruppo teatrale costituito esclusivamente da rifugiati sta infatti allestendo uno spettacolo multilingue che racconterà le drammatiche esperienze dei viaggi della speranza ma pure le bellezze che, senza conflitti e carestie, saprebbero offrire i loro Paesi d'origine.

Il regista Michele Comite ha selezionato 50 attori tra 120 stranieri ospitati al centro di raccolta di Marco. E l'esordio teatrale sarà di quelli importanti: la sera di sabato 28 novembre al prestigioso Zandonai di corso Bettini e la domenica mattina alla Campana dei Caduti. L'incasso dei biglietti, tra l'altro, andrà in beneficenza a due associazioni roveretane doc: Giovanni Spagnolli e Serenella. Insomma, pur nella disperazione e nell'indigenza, i poveri reciteranno per raccogliere aiuti economici per altri poveri. Se non è Natale questo...

Pure l'altro appiglio sociale dell'avvento lagarino si inserisce nel filone della mano tesa. Perché ad accompagnare il recital dei profughi ci sarà un'orchestra d'eccezione, costituita da bambini «fantasma» raccolti dall'associazione «Pequena Huellas» di Torino dalle strade di ogni parte del pianeta. Questo singolare complesso ha da tempo il patrocinio di grandi artisti di fama internazionale: da Abbado a Brunello, da Youssou N'Dour a Moni Ovadia.

L'aspetto più intimo del Natale, insomma, ha abbandonato i gemellaggi del passato per puntare sull'ospitalità e raccontare le storie di derelitti, creare un momento di condivisione in una sorta di «Week end del cuore».
L'accensione del grande albero, sabato 28 novembre, darà il «la» ad iniziative che esaltano davvero Rovereto città della Pace. Ed è bello pensare che dalle baracche dell'ex polveriera questi ragazzi in fuga dalle atrocità mondiali possano calcare il palco del rinato teatro Zandonai ed essere applauditi da un'intera comunità.

Il Natale dei Popoli, dunque, quest'anno sarà davvero tale con i mercatini della solidarietà, gli artigiani di Betlemme e della Bielorussia e i ragazzi arrivati in Italia dopo aver attraversato il mare sui barconi dei disperati. Un segnale di speranza, quindi, che ben si sposa con la «cartolina» di Rovereto: accoglienza, solidarietà, condivisione.

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