L'allarme della titolare del bar rapinato «Ostaggi dei videopoker, non c'è scampo»

di Luisa Pizzini

All’indomani del furto subito nel suo locale, il Caffè sport di piazza Filzi a Borgo Sacco, Giuseppina Bruseghini ieri mattina si è presentata in comune a Rovereto per chiedere aiuto: vuole liberarsi delle due slot machine che ha all’interno del bar, perché quelle macchinette le hanno rovinato la vita, come racconta lei stessa ormai esasperata. Dal 2008 ad oggi (anzi, alla notte tra lunedì e martedì) il suo locale è stato preso di mira per ben tre volte dai ladri ed una notte sua figlia, Sara Pezzato, è rimasta ostaggio di una rapina a mano armata mentre stava riordinando il locale.
Ce n’è abbastanza per non volerne più sapere di slot machine. A maggior ragione dopo averli addirittura sorpresi nel proprio bar i due malviventi che sono fuggiti con l’incasso di una delle due macchinette. Ma non è così facile, c’è un contratto con il gestore che ha precisi vincoli e pesanti penali. «Non mi resta che rivolgermi all’associazione che tutela i consumatori» commenta rassegnata la titolare del locale.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"589711","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"1179","width":"1772"}}]]

Ma quel che le è accaduto non ha lasciato indifferente chi più volte ha cercato di porre un freno al fenomeno delle slot machine, con l’intento principale di arginare la ludopatia, la dipendenza da gioco che è ormai stata riconosciuta come una vera e propria malattia. A cominciare dall’assessora regionale alle politiche sociali, Violetta Plotegher. «Mi ha inquietato molto la situazione descritta dalla cronaca - commentava ieri - di quanto sia difficile disfarsi di quegli apparecchi. Il problema enorme è quello di sciogliere un contratto di quel tipo, durante la sua validità è praticamente impossibile recedere». L’unica via è pagare delle penali, che però nella realtà dei fatti scoraggiano qualunque esercente.

LA MAPPA INTERATTIVA DELLE SLOT

Quello delle macchinette «mangia soldi» non è un problema nuovo in provincia. Da tempo il fenomeno ed i suoi risvolti sociali sono sotto la lente d’ingrandimento. Il comune che si è dimostrato più lungimirante in questo senso è stato Bolzano: «Qui la normativa per limitare gli apparecchi da gioco con vincita in denaro nei luoghi sensibili è stata adottata in anticipo - spiega Susanna Bonisolli, responsabile dell’ufficio attività economiche del Comune di Rovereto - tant’è che l’atto era stato impugnato dal Governo perché sosteneva di avere la potestà in materia. Ma la provincia di Bolzano ha replicato che l’obiettivo era quello di difendere le categorie deboli e, dato che la salute non è una prerogativa del governo nazionale, la norma è stata ritenuta valida. Ora Bolzano è già in fase di eliminazione di questi apparecchi dai luoghi sensibili, il Comune ha già messo in atto qualche provvedimento».

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"587741","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"901","width":"1600"}}]]

La delibera approvata dal consiglio comunale di Rovereto (n. 6 del 10 febbraio 2015) su questo argomento ha sancito i luoghi sensibili attorno ai quali non solo non è possibile installare nuovi apparecchi, ma dovranno essere tolti anche tutti quelli che già esistono nel raggio di trecento metri. Guardando la mappa che è stata predisposta per individuare i luoghi sensibili è facile capire che, nei tempi previsti dalla legge ossia nell’arco di cinque anni, quasi tutta la città sarà «libera» dalle slot machine.
Infine è arrivata la Provincia: nel luglio scorso in consiglio provinciale ha approvato il disegno di legge (Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco) che era già stato proposto dal vice presidente Walter Viola al termine della passata legislatura e che è poi stato riproposto d’accordo anche con l’assessore Violetta Plotegher. Peccato che il regolamento attuativo delle legge numero 13 del 22 luglio 2015, di competenza del dipartimento salute, per il momento sia fermo ai nastri di partenza.


 «ADESSO SERVE IL REGOLAMENTO»

«Bene la legge, ma ora si proceda con il regolamento attuativo». A lanciare questo appello è Sandra Venturelli, coordinatrice dell’associazione di auto mutuo aiuto Ama di Trento. Il problema principale legato al dilagare degli apparecchi da gioco con vincite in denaro anche nella nostra provincia lo conosce bene ed è legato alla dipendenza che hanno generato in moltissime persone. L’Ama è in prima fila in questa battaglia ed ha accolto con entusiasmo l’approvazione, nel luglio scorso, della legge provinciale proposta da Walter Viola (Progetto Trentino) e da Violetta Plotegher (Pd) sugli «Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco». Manca ancora un tassello però perché quanto racchiuso in questo strumento possa essere davvero incisivo sulla comunità. Manca il regolamento attuativo della legge, che al momento è fermo al dipartimento salute della Provincia.
«Gli apsetti positivi è che il luglio è stata approvata una legge provinciale che valorizza le realtà che rinunciano o che non le hanno mai messe nei propri spazi le slot machine» commenta Venturelli. «Stiamo però aspettando il regolamento attuativo che consentirà di fregiare chi non ha questi apprecchi nei propri locali di un apposito marchio di riconoscimento e che garantirà anche riduzioni di imposte a questi locali».
Questi sono infatti alcuni degli aspetti presi in considerazione dalla legge. Non esiste la possibilità di annullare i contratti che ogni esercente ha firmato con i rispettivi gestori delle slot machine o degli altri apparecchi, ma sono previste agevolazioni per chi libererà i locali da questi apparecchi.
«Stiamo premendo perché questo avvenga in tempi brevi», aggiunge la coordinatrice di Ama.
Un primo passo però, come conferma l’assessore regionale alle politiche sociali Violetta Plotegher, è stato fatto. «La Provincia infatti ha già dato disposizione ai proprio uffici di non erogare contributi, per esempio in merito alla ristrutturazione dei locali o di altro tipo, a tutti quegli esercizi che hanno le slot machine».
Anche questa è infatti una delle forme utilizzate dalla legge per incentivare a non installare le «macchinette» per giocare o a liberarsene. Allo stesso tempo è stato fissato un vincolo temporale a chi ottiene dei contributi di questo tipo dalla Provincia, affinchè anche in futuro non sia tentato dal guadagno facile che viene garantito da questi apparecchi che hanno però già messo in crisi molte famiglie a causa della ludopatia.

comments powered by Disqus