Un altro furto al Caffè sport: «Ora toglietemi le slot»

Ennesimo colpo nel bar di piazza Filzi, a Borgo Sacco

«Non ce la faccio più. Quello della scorsa notte (quella tra lunedì e martedì) è il secondo furto, quest'anno. Sempre per colpa di quelle slot machine che non mi lasciano togliere. Non posso vivere con questa paura ogni sera». Giuseppina Bruseghini, la titolare del Caffè sport di piazza Filzi a Borgo Sacco di Rovereto, è esasperata. Vuole liberarsi delle macchinette ma non ci è ancora riuscita: «I gestori fanno i furbi ed anche se ho firmato una disdetta dicono che devo tenerle fino a marzo. Il monopolio dice che devo tenerle accese, altrimenti parte una causa penale. Ora andrò in Comune a chiedere se mi possono aiutare, altrimenti che senso hanno tutte quelle campagne contro il gioco?»

Giuseppina gestisce il locale che si affaccia sulla splendida piazza Filzi da unidici anni assieme alla figlia Sara Pezzato. Sono state loro a sorprendere i ladri in fuga dal loro locale. Si sono portati via l’incasso di una delle due slot machine del bar e i pochi spiccioli del fondo cassa, che tra l’altro hanno seminato per la piazza. «Mancavano pochi minuti alle 2 - racconta Sara Pezzato - quando sono arrivate le chiamate sui nostri telefonini: era scattato l’allarme del bar. Allora ci siamo infilate la giacca sopra il pigiama e siamo salite in macchina, nell’arco di pochi minuti siamo arrivate qui in piazza, davanti al locale. Non c’era anima viva fuori, ci siamo avvicinate con l’auto e abbiamo notato un carretto davanti alla porta che era aperta. Un attimo dopo due uomini sono schizzati fuori, hanno saltato il carretto e sono corsi giù, oltre la torre civica».

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I fotogrammi di quei momenti rimasti impressi nella memoria delle due donne sono stati registrati anche dalla telecamere esterna al locale. Quella che riprende l’interno, invece, non funzionava. Il sospetto è che sia stata manomessa. Ma quanto immortalato fuori basta a ricostruire l’accaduto istante per istante. Trascorrono diciotto lunghissimi minuti da quando il primo dei due malintenzionati compare sulla scena. Poco dopo lo raggiunge il complice. Sono vestiti allo stesso modo: pantaloni e piumini chiari, felpa con cappuccio e sciarpa sul viso. Impiegano cinque minuti per forzare la porta che era stata rinforzata con una chiusura magnetica. Poi, incuranti dell’allarme, entrano nel locale e  staccano la corrente dal quadro elettrico. Poi tutto il loro lavoro si concentra evidentemente sulle due slot machine. Il carretto rubato lì nel quartiere doveva servire per portarle via, ma stavolta erano ancorate ad un palo di ferro. Allora forzano il cassetto e, dopo essersi affacciati svariate volte alla porta per assicurarsi che non arrivasse nessuno, all’arrivo delle due donne in auto scappano con il cassetto di una delle due slot che i militari dell’Arma troveranno poi lungo la ciclabile.

 

Furto a Borgo Sacco

 

«Guarda a caso sono arrivati alla vigilia del martedì, quando le slot vengono vuotate dell’incasso settimanale - spiega Giuseppina Bruseghini -. Ci controllavano, chissà quante volte sono stati qui. Non sono bastate nè il nuovo sistema d’allarme, nè le telecamere a fermarli. Ora io voglio togliere quelle slot machine e orami presenterò in Comune per chiedere se mi aiutano. Che senso hanno tutte quelle campagne contro il gioco se poi non ci danno una mano a togliere queste macchinette. Ho firmato una disdetta ma il gestore dice che devo tenerle fino a marzo. Non mi risponde da giorni ma stamattina ha mandato velocemente il tecnico per ripristinare la slot che è stata scassinata».

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