Rovereto, il «mostro» verde e blu all’asta per 2,2 milioni di euro

di Paolo Liserre

Per chi percorre via del Garda in direzione di Mori o dell’imbocco dell’A22, ma anche per chi effettua il percorso inverso diretto a Rovereto, è praticamente impossibile non notarlo e non domandarsi perché è abbandonato da anni. Operazioni immobiliari finite male, in parte «colpa» della crisi, in parte «azzardi» che alla prova dei fatti si sono rivelati tali. Sta di fatto che quello scheletro di cemento armato e ferro in parte blu e in parte verde in corrispondenza della rotatoria alla Favorita (zona di Lizzana), svetta abbandonato ormai da anni e anni ed è tutto fuorché un bel vedere.
 
Il suo futuro a breve termine passerà nei prossimi mesi da un’aula giudiziaria. Per la precisione all’inizio di settembre. Allora infatti è in programma la prima asta legata al fallimento della società proprietaria dell’immobile, «La Favorita srl», dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Rovereto del dicembre scorso. La base da cui si parte è consistente: 2,2 milioni di euro per l’area complessiva di quasi 5.00 metri quadrati sui quali, da anni ormai, è stato realizzato un edificio con 5 piani fuori terra ed un piano interrato, all’angolo tra via del Garda e via Caproni.
 
Nel piano regolatore del comune di Rovereto l’area ricade in gran parte in zona «D5 - del settore secondario e terziario». Originariamente la «palazzina servizi», realizzata dalla fallita Edil 5, doveva ospitare prevalentemente uffici. In seguito si ipotizzò la realizzazione in parte dell’immobile di strutture di intrattenimento, anche di una discoteca. Ma tutto col tempo è tramontato, travolto dalla crisi e dalla mancanza di soldi. La società «La Favorita srl», dichiarata fallita nel dicembre scorso, ha chiuso i battenti con l’ultimo bilancio del 2013 e un passivo di quasi 7 milioni di euro, 5,6 con le sole banche. Nel tempo era stato firmato anche un compromesso di vendita di un piano della costruenda palazzina servizi con la Centro Trentino Edilizia srl (ex Edil 5 Edilizia srl) per un importo di 1,5 milioni di euro. Ma poi non se n’è fatto nulla anche perché nel frattempo anche la Cte è fallita.

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