A Rovereto un tetto solidale

di Paolo Liserre

Yuri e Antonio, Enrico e Salomon. Storie di vite non facili, di sofferenza e solitudine, ma anche di speranza. La chiamano «sussidarietà orizzontale»: cittadini-utenti dei servizi sociali che diventano volontari e fornitori di servizi per la comunità. Con un principio di fondo: la solidarietà e la condivisione aiutano, chi la riceve ma forse e anche più chi la dona.
 
È questo il filo comune che unisce le due iniziative presentate ieri all’assessorato alle politiche sociali del Comune di Rovereto, presente il neo assessore Mauro Previdi, i volontari della cooperativa sociale «Gruppo 78» e i responsabili dell’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) di Trento. Due proposte distinte ma legate appunto dal comune denominatore del cittadino «utente e fornitore» di servizi.
 
La proposta «Intrecci», capofila la cooperativa sociale Gruppo 78 di Volano, punta a valorizzare le potenzialità di quegli utenti che possono a loro volta diventare volontari a vantaggio di tutta la comunità. Come Yuri, che ora fa il giardiniere all’asilo Rosmini, o Angelo che porta il suo aiuto in un’altra struttura dove gli utenti sono i «suoi ragazzi» e che gli fa dire che ogni volta che torna a casa si sente «più ricco dentro». Oggi sono 5 i volontari/utenti, l’obiettivo è di arrivare a 20, che andrebbero ad aggiungersi ai 40 che hanno aderito in passato ad iniziative analoghe. Per costruire un modello autosostenibile di volontariato che mira all’inclusione sociale.
 
«Questa è la linea delle relazioni che questa nuova amministrazione comunale vuole trasmettere e sostenere - sottolinea l’assessore alle politiche sociali Mauro Previdi - Dobbiamo smetterla di pensare che le persone che hanno bisogno non sia in grado di fornire nulla e ritenerle viceversa portatrici di grandi potenzialità per tutta la comunità. Anche loro sono parte integrante della “famiglia Comune”. Tra l’altro ritengo che questa esperienza vada portata e trasmessa nelle scuole. Perché - osserva Previdi - l’albero ha radici profonde ma va curato da piccolo».
 
Utenti che col tempo, superate le difficoltà e lo smarrimento, possono diventare fornitori di servizi sono i protagonisti anche del progetto «Casa Solidale», organizzato dall’Ama (associazione Auto Mutuo Aiuto), sostenuto dalla Provincia e avviato dal 2009 nel Comune di Trento, oggi per la prima volta anche a Rovereto. In pratica il contatto tra chi cerca un alloggio e chi mette a disposizione spazi nella propria casa, protagonisti di una relazione fondata sullo scambio reciproco e sulla parità.
 
In sei anni nel capoluogo sono state oltre una sessantina le persone che hanno aderito e usufruito di questa opportunità, 18 le nuove coabitazioni nel solo 2014. Tra i due soggetti, messi in contatto attraverso i volontari dell’Ama, viene siglato un «accordo di coabitazione»: il proprietario mette a disposizione il proprio spazio, l’inquilino contribuisce alle spese di gestione della casa e provvede in modo autonomo alle proprie necessità. Come Enrico, separato e senza la possibilità di sostenere una spesa di 5-600 euro al mese per l’affitto: è stato ospitato e poi a sua volta lui ha ospitato un ragazzo, Salomon, immigrato dell’Etiopia. «È diventato un po’ come il mio terzo figlio» sorride con gli occhi e con il cuore Enrico.

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