Puzza in città, la Provincia si impegna ad «annusare»

di Nicola Guarnieri - NO

Si è annusata l'aria per mesi, sia in via elettronica che umana, e Comune e Provincia, un lustro fa, hanno stilato un primo bilancio sull'odore che da anni infesta la città specie quando c'è bassa pressione. Le analisi condotte su sei punti indicati come fonte della puzza hanno fornito, manco a dirlo, la conferma che, effettivamente, a Rovereto c'è odore. L'intera area del Navicello è stata monitorata per tre mesi nell'ormai «giurassico» anno del Signore 2011. Da agosto a novembre il naso elettronico si è fatto carico di annusare tutti gli odori possibili che sono poi stati associati alle risposte arrivate dai cittadini grazie ad un questionario.


La campagna, a cui si è giunti dopo pesanti pressioni dei residenti stufi di dover tenere le finestre chiuse d'estate, è stata condotta utilizzando due tecniche analitiche mai prima di allora introdotte in città: naso elettronico, appunto, e olfattometria dinamica. La prima è in grado di fornire un'informazione di tipo quantitativo e continuativo (il tempo di durata dell'evento in minuti) associata ad una o più impronte di odore riconosciute dallo strumento come diverse da quella dell'aria ambiente di fondo; la seconda è un'analisi puntuale di tipo sensoriale, che consente di misurare l'intensità della puzza di ogni sorgente individuata. In estrema sintesi è emerso che i miasmi che infestano gran parte dell'urbe provengono da tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti messi sotto esame e che, dunque, ogni azienda interessata dai controlli, seppure in maniera differente, contribuisce a viziare l'aria della zona. Purtroppo, però, non esiste una legge che fissa la soglia di sopportabilità delle narici umane. Con chi prendersela, dunque? In verità, il consiglio comunale all'unanimità ha votato una mozione con cui «stimolava» la Provincia a mettere nero su bianco i limiti di puzza che un cittadino può sopportare e che, se superati, vengano puniti con multe e processi.


Al Navicello, dunque, cinque anni fa si è fatto un monitoraggio degno di un segugio e, non a caso, si è arrivati a riconvertire la Pasina. La puzza, però, c'è ancora. Tant'è che del caso - dopo le oltre duemila firme raccolte Irzio Vanzo - si sta occupando ora il consigliere provinciale della Civica Trentina Claudio Civettini. Che ieri, discutendo il disegno di legge sull'impatto ambientale, è riuscito a far approvare un ordine del giorno che impegna piazza Dante ad avviare un percorso di stretto controllo, verifica e soluzione al problema delle emissioni odorigene che da anni infestano Rovereto, da Borgo Sacco a Lizzana.


I tre punti votati in aula prevedono «l'introduzione di adeguati apparecchi di misurazione della diffusione degli odori; di intensificare le forme di controllo sul territorio per quanto concerne le emissioni inquinanti e una sperimentazione adeguata sulle tecnologie attive di rilevamento per dare risposte a problematicità odorifere presenti da anni». Il consigliere, poi, lancia un allarme: «C'è la necessità di affrontare problematiche gravi, a partire dalla verifica della salubrità del rio Coste. Purtroppo Rovereto, con tre inceneritori, un biodigestore, aziende di trattamento rifiuti e acque inquinate, insieme alla discarica ormai al collasso, è il "polo del rifiuto" e l'unico rilascio al territorio è proprio la puzza».

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