I ladri devastano la sede della Caritas

Sconcerto a Rovereto. Distrutte porte e scrivanie per rubare circa 500 euro

di Nicola Guarnieri

Che siano una piaga ormai quotidiana è risaputo. E, non a caso, i furti rappresentano uno dei reati ritenuti più fastidiosi dalla collettività. Se poi si ruba in un centro deputato ad aiutare gli altri, a sostenere con solidarietà e progetti di assistenza sociale chi vive ai margini il colpo dei soliti ignoti è ancora più vergognoso. Venerdì notte, manco a dirlo, qualcuno si è introdotto nella sede della Caritas in via Setaioli devastando tutto. Motivo? Soldi, anche spiccioli purché qualcosa di spendibile. Se sia colpa della crisi economica o un «vizio» purtroppo assai diffuso - è più facile rubare (anche in chiesta) che rimboccarsi le maniche in maniera legale - fatto sta che i ladri di turno hanno pensato di trovare chissà quale tesoro nei locali di un'associazione che, come detto, lavora moltissimo per garantire un welfare degno di tal nome a chi non ha possibilità proprie. E questo fa male perché pensare di arraffare chissà quali ricchezze negli uffici di un ente benefico non sembra davvero un'azione da commando di re Mida. Non a caso anziché portarsi a casa un bottino degno del Superenalotto i banditi hanno intascato poco meno di 500 euro ma, soprattutto, hanno lasciato sul campo migliaia di euro di danni.

Dopo aver forzato una finestra sul retro del Centro pastorale Beata Giovanna ed essere penetrati nella palazzina, i ladri hanno preso alcuni arnesi da cantiere trovati al piano terra e li hanno usati per distruggere le porte d'accesso delle varie stanze, tutte regolarmente chiuse a chiave. Una volta in sede, hanno armeggiato con la cassaforte riuscendo ad aprirla. Dentro, come detto, c'erano circa 500 euro in contanti, soldi conservati dalla Caritas per le spese urgenti. Non paghi, ovviamente, hanno messo a soqquadro tutti gli uffici, rovistando nei cassetti delle scrivanie e negli armadi e gettando tutto sul pavimento. Altro denaro o cose di valore, però, non ne sono spuntati. Sabato mattina, dunque, l'amara sorpresa. È stato lo stesso direttore della Caritas Roberto Ferrari ad accorgersi del colpo appena varcata la soglia dall'ingresso principale al civico 3 di via Setaioli.

«Mi fa male questa costa. - racconta con voce triste - Perché qui non ci sono soldi, solo quello che serve per le emergenze e le spese vive. Dispiace per i tanti danni, quelli sono soldi che dobbiamo pagare noi. Anche perché i malviventi sono entrati dalla finestra del cortile e poi hanno spaccato le porte interne fino a quando hanno trovato la cassaforte. Come detto provo un profondo senso di sconforto, noi della Caritas con quei soldi non andiamo certo a mangiare la pizza». Già, senza contare che quegli uffici devastati non sono certo salottini privati di qualche benestante ma servono ad accogliere persone bisognose di aiuto o comunque di sostegno. Sospetti? «Mah, difficile pensare a chi possa aver fatto uno scempio simile. Potrebbe essere qualcuno che conosce il centro Beata Giovanna e quindi sapeva come muoversi». Tanto in Caritas che al centro pastorale non c'è la videosorveglianza. «No, la telecamera più vicina è quella delle Barelli. Si proverà a vedere se ci sono immagini utili all'identificazione».
Ferrari ricorda infine che, qualche anno fa, aveva già violato la Caritas «quando la sede era in via Prima Armata». Del caso, ora, si stanno occupando i carabinieri.

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