Miorandi riparte dal Patt «Come feci cinque anni fa»

di Fabrizio Franchi

Il tono è forte. Andrea Miorandi dimostra sicurezza e grande tranquillità. Lancia la campagna elettorale da un'assemblea del Patt, come cinque anni fa. Ma l'altra sera all'Urban center c'erano almeno il doppio delle presenze della prima gara elettorale. E anche l'umore degli autonomisti era maggiormente positivo nei confronti del sindaco uscente. 

Lui, nuovamente candidato sindaco per la coalizione di centrosinistra autonomista, si è presentato al popolo delle Stelle alpine quasi con il cuore in mano, ammettendo le difficoltà di questo periodo, anche quelle umane e personali, senza nascondersi, ma senza citare Giulia Robol: «Sono stato un po' defilato in questi mesi perché ero accucciato in trincea con l'elmetto mentre arrivavano cannonate e piovevano granate, ma sappiate che sono ancora qui. Sarà una campagna elettorale dura, bisognerà andare casa per casa, consumando le suole. Lo so bene. La volta scorsa ho perso sette chili e ho distrutto un paio di scarpe, che conservo». Più che un ricordo, un monito.

In sala tanti cittadini e militanti autonomisti, ma anche personaggi roveretani. Assessori, come il «civico» Franco Frisinghelli, l'autonomista Giuseppe Bertolini, il capogruppo Pd Paolo Mirandola, il segretario Pd Fabiano Lorandi, la presidente del consiglio comunale Barbara Lorenzi, cinque anni fa antagonista di Miorandi, forse a maggio in corsa al suo fianco con una sua lista. E Ciro D'Antuono consigliere, che resta però fiero oppositore di centrodestra. E, ancora, il presidente dell'Unione Marco Fontanari, il presidente del Consorzio InCentro Giulio Prosser. 
Al tavolo, oltre a Miorandi, il segretario cittadino del Patt Marco Graziola, il capogruppo autonomista in consiglio provinciale, Lorenzo Baratter e, seppur arrivato in ritardo, il segretario provinciale e senatore, Franco Panizza. Graziola ha sostenuto che il Patt per primo si è schierato con Miorandi fin da ottobre. Anche Panizza ha sostenuto, forse con qualche tono più contenuto, la candidatura di Miorandi e ha lodato Rovereto, città unica, anche grazie al Mart «che l'ha proiettata a livello internazionale».

Miorandi ha spiegato le difficoltà incontrate: «Abbiamo dovuto tagliare 4 milioni di spese correnti e gli investimenti sono calati da 60 a 20 milioni di euro». Nonostante ciò, ha presentato l'elenco delle cose fatte, anche con progetti innovativi con i privati, come il nuovo palazzo di corso Rosmini. «Ma non abbiamo aumentato i tributi e non abbiamo tagliato i servizi o aumentato i costi dei trasporti».

Miorandi ha poi indicato la strada di Rovereto che dovrà pensare al turismo e ha annunciato che i mercatini di Natale si espanderanno in altre zone del centro oltre a quella attuale. Poi ha chiosato, sottolineando che a Rovereto è stato evitato il disastro sociale difendendo la coesione, perché solo così una città sopravvive: «Dobbiamo essere positivi, non piangiamoci addosso. Si riparte anche così».
Graziola, soddisfatto della serata, gli ha promesso che gli autonomisti saranno leali, ma lo incalzeranno implacabilmente.
La serata avrebbe dovuto toccare anche il tema di Rovereto «area geografica», con la presenza dell'assessore provinciale Carlo Daldoss, che però non si è fatto vedere. Nessuno ci ha fatto caso.

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