Ricandidatura di Miorandi, scoppia la lite nel Patt

di Matthias Pfaender

Lo scontro tra i partiti della coalizione di centrosinistra autonomista sulla scelta del candidato sindaco di Rovereto fa un salto di qualità aprendo un nuovo fronte. Tutto interno al Patt. Da un lato il segretario provinciale delle stelle Alpine, il senatore Franco Panizza, che ha firmato ieri un documento congiunto con il segretario dell'Upt Donatella Conzatti per riaffermare che «qualora non si riesca a trovare una proposta condivisa, come si sta profilando per il Comune di Rovereto, l'Upt e il Patt ribadiscono l'opportunità, al fine di salvaguardare la coalizione e una volta sondate tutte le possibili proposte unitarie, in ultima istanza di organizzare assieme le "primarie di coalizione"». Dall'altro altri due pesi massimi del partito. Il capogruppo in Consiglio Provinciale Lorenzo Baratter ed il deputato Mauro Ottobre (vedi articolo in basso), strenui difensori (molto più di alcuni nello stesso Pd) della ricandidatura dell'attuale sindaco Andrea Miorandi. Il tono dello scontro è di quelli che lasciano pochi spazi a marce indietro, da una parte o dall'altra.

«Nel mentre Miorandi e la sua squadra ragionano da mesi sulle esigenze e sulle prospettive di Rovereto - dichiara Baratter - nell'ottica di dare naturale continuità ai primi cinque anni di governo, tutti si augurano che cali il sipario su un dibattito indegno della politica intesa come produzione nobile e consapevole di visioni per il futuro: si tratta, piuttosto, di un vecchio disco rotto che ha sinceramente stufato».
«Non esistono argomenti - sottolinea lo storico prestato alla politica, responsabile per il partito della campagna per le Comunali in Vallagarina - per chi mette in discussione la riconferma di Miorandi e ne sono personalmente testimone: chi, nella coalizione, ha espresso una pregiudiziale secca sulla figura di Andrea Miorandi in questi mesi (l'Upt, ndr ) non è mai stato oggettivamente in grado di portare argomenti per mettere in discussione la sua riconferma. Semplicemente perché non esistono. Semplicemente perché altre sono le logiche, e non sempre chiare. Chiaro, invece, è che questo modo di fare non si può accettare. Anche perché crea un insidioso precedente che un domani potrebbe essere applicato ad altri contesti. Magari nel 2018 a Trento».


Riguardo all'ipotesi primarie Baratter è netto nel definirne la richiesta, oggi a Rovereto, «una sciocchezza. Quale senso ha fare le primarie quando due forze su tre della coalizione hanno già espresso una scelta chiara e netta attraverso i propri organi locali, senza dimenticare peraltro i diversi componenti della terza forza che sono sulla medesima linea (Daicampi, Manfredi e Frisinghelli, ndr )? A Miorandi va anche riconosciuto il merito di avere mantenuto calma e pazienza dinnanzi a taluni comportamenti, all'interno degli stessi partiti che lo sostengono, non certo espressione di una responsabile classe dirigente. Basta fare i capricci. C'è un forte odore di muffa a Rovereto, ma non a Palazzo Podestà. Piuttosto dentro certi salotti di una politica stantìa, sempre più distante dalla città, dai suoi problemi, da chi la vive ogni giorno. Quella città, concreta, frizzante, orgogliosa, che ha voglia di tornare a sorridere e rimettersi in gioco e non lasciarsi prendere ostaggio per l'ennesima volta da logiche che poco hanno da spartire con una visione forte, coraggiosa e di squadra».
Nel finale l'ultimo, inequivocabile, affondo su Panizza. «Non sarà certo una ridente cittadina della val di Non, con tutto il rispetto per gli amici di Cles (dove Panizza ha in corso un braccio di ferro con il Pd sulla riconferma del sindaco uscente democratico Maria Pia Flaim, ndr ) a mandare in stallo il futuro della seconda città del Trentino».

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