Insulti, lacrime e spintoni alla partita dei pulcini

Il mister si veste anche da arbitro e la partita finisce con un indegno parapiglia in mezzo al campo. L’increscioso fattaccio è avvenuto a Rovereto e ha avuto come cornice il centro sportivo di via Baratieri, mentre sul terreno di gioco si stavano affrontando i Pulcini del San Rocco e dell’Alense. La categoria Pulcini, va ricordato, ha un suo campionato, a 5 o 7 giocatori per ciascuna formazione in base all’anno di nascita, nel quale non vi sono arbitri ufficiali e la società che ospita il match è chiamata a fornire un dirigente, oppure un semplice accompagnatore, per «amministrare» il fischietto della contesa. Partite, fra l’altro, che non necessitano di decisioni delicate visto che il fuorigioco ancora non è contemplato ed i bambini, ancora in un’età ingenua, difficilmente si lasciano andare a comportamenti irregolari. Sono circa le 18 di venerdì scorso. A destare subito qualche sospetto fra i genitori alensi presenti in tribuna è la decisione del tenico gialloblù, con il quale vi era già stato qualche screzio in passato, di farsi carico dell’arbitraggio. Gli spettatori avrebbero notato fin dalle prime azioni di gioco un comportamento poco sportivo dell’allenatore-arbitro che con il passare dei minuti si sarebbe rivolto in maniera sempre più aggressiva ai baby biancocelesti. In particolare avrebbe espresso a voce alta, e più volte, aggettivi poco rispettosi sull’aspetto fisico di un bambino della squadra ospite. Un atteggiamento insostenibile per i rappresentanti dell’Alense presenti sul campo che avrebbero invitato i loro ragazzi, parecchio scossi dal comportamento del direttore di gara, ad abbandonare il match. Proprio a quel punto, però, sarebbero giunti sul prato del Baratieri i genitori del bambino preso di mira dall’arbitro. Spintoni e pesanti insulti avrebbero così preso il sopravvento per alcuni istanti davanti agli sguardi attoniti dei presenti con alcuni piccoli calciatori a correre in lacrime negli spogliatoi. L’Alense, dopo un incontro fra genitori e dirigenza, invierà nei prossimi giorni una lettera alla Figc trentina per spiegare nei dettagli l’accaduto. La volontà del sodalizio bassolagarino sarebbe quello di non ripetere la gara, ma a pagarne le conseguenze sarebbero soltanto i più piccini. Bambini che chiedevano soltanto la possibilità di potersi sfidare in una partita di pallone, ma ancora una volta sono stati gli «adulti» ad invadere e stravolgere il loro mondo. Allenatori che nei settori giovanili sono soprattutto educatori, quindi è lecito attendersi una presa di posizione forte da parte della Federazione per un episodio che alle nostre latitudini non ha precedenti. Si rimane a bocca aperta dinanzi alla follia degli ultrà croati in diretta tv, ma questa volta nella città della pace è andata pure peggio.

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