Gli anarchici rivendicano l'attacco a Meccatronica

L'attentato del 6 gennaio al polo della Meccatronica è stato rivendicato dagli anarchici, con un post datato 19 gennaio sul sito «Informa-azione». L'attacco all'edificio di via Zeni era stato scoperto il 7 gennaio dagli operai della ditta Collini, giunti sul posto per alcuni interventi marginali: nel vano scale erano visibili diversi tentativi di incendio, fortunatamente non andati a buon fine, e una bombola di gpl con un innesco in grado di provocare un'esplosione di media entità

di Laura Galassi

L'attentato del 6 gennaio al polo della Meccatronica è stato rivendicato dagli anarchici, con un post datato 19 gennaio sul sito «Informa-azione».
L'attacco all'edificio di via Zeni era stato scoperto il 7 gennaio dagli operai della ditta Collini, giunti sul posto per alcuni interventi marginali: nel vano scale erano visibili diversi tentativi di incendio, fortunatamente non andati a buon fine, e una bombola di gpl con un innesco in grado di provocare un'esplosione di media entità.
A due settimane dall'attacco al progetto di punta di Trentino Sviluppo, gli autori del gesto sono usciti allo scoperto con un lungo intervento sul sito di «controinformazione e lotta alla repressione». Tra i particolari più agghiaccianti c'è la semplicità con la quale gli uomini si sono introdotti nell'edificio: le chiavi erano nelle toppe. «Siamo entrati nell'edificio con facilità grazie alle chiavi che erano state lasciate nelle serrature di alcune porte», è l'incipit del testo di rivendicazione. «Eravamo consapevoli delle difficoltà di propagare un incendio in un complesso industriale così grande e vuoto ma, con la testardaggine che ci contraddistingue, abbiamo sistemato tre congegni incendiari nei falsi tetti degli edifici ai piani superiori, e uno lo abbiamo collegato con un tubo alla bombola, infilato sotto una porta».
Segue il rammarico per non essere riusciti a causare più danni al Polo. «Ci dispiace soltanto che non sia esplosa. È vero, non siamo degli specialisti». Ma come si spiega la scelta del bersaglio? Gli autori volevano distruggere «lo sfruttamento e la società tecnologica», rappresentato dalla Meccatronica.
Gli anarchici si rivolgono poi ai leader di Trentino Sviluppo. «Avete minimizzato questa azione. Sappiamo che lo avete fatto per attirare le imprese che devono investire nella meccatronica per proteggere i vostri miseri guadagni».
Gli autori del gesto puntano poi il dito «contro i principali campi di applicazione della meccatronica: la robotica, l'automazione industriale, la biomeccatronica (imparentata con la domotica, riproduce con le tecnologie cibernetiche le funzioni degli esseri viventi come gli esoscheletri, studiati dai militari) e i sistemi automatici degli autoveicoli».
Nella parte finale del documento si passa alle minacce: «siete stati avvisati e non ci faremo scrupoli ad attaccarvi. Alla base di questa costruzione si sentono le urla dei detenuti del carcere di Spini, delle sue costrizioni, delle sue torture e delle sue morti come è successo poco fa. Noi siamo fra quelli che un giorno rischiano di trovarsi in questi posti senza vita».
«Chi sta costruendo la meccatronica - proseguono gli anarchici - sono gli stessi che fanno profitto sulla costruzione delle carceri e di altre nocività. Ediltione spa in cordata con Collini spa e Zorzi impianti srl hanno costruito anche il carcere di Trento».
Insomma, gli autori del post anticipano ulteriori attacchi. «Avvisiamo in anticipo le imprese che lavorano nelle strutture create da queste ditte che non ci si farà nessuna remora a provare ad incendiare o a far esplodere qualsiasi cosa di loro proprietà. Ediltione e Collini spa sono in cordata spesso con Cmb, colosso delle costruzioni che si occupa anche delle "grandi opere" come la Tav Milano-Bologna».
In futuro gli anarchici annunciano «un affinamento del tiro», ripercorrendo le ore trascorse all'interno del polo durante la costruzione dell'attentato. «Quel giorno tutto ciò che avevamo deciso è stato fatto e abbiamo passeggiato nelle vostre installazioni di morte per ben due ore e adesso le chiavi del vostro "fiore all'occhiello" non ce le avete solo voi torturatori e sfruttatori, ma anche noi e serviranno quando lo decideremo e quando meno ve lo aspettate».

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