Macellerie islamiche in centro,  niente crisi «grazie agli italiani»

Terzo esercizio specializzato in carne halal a Rovereto nell’area attorno a via don A. Rossaro, zona diventata negli ultimi anni punto di aggregazione per stranieri. Con l’aumento di extracomunitari boom di negozi etnici. E il pioniere del commercio halal, in attività dal ’99, cambia nome al suo locale in «Macelleria Rovereto»

di Francesca Candioli

macelleriaROVERETO - A Rovereto la carne halal è di casa dal 1999, da quando venne aperta la prima macelleria specializzata nel produrre carne macellata e preparata secondo le linee guida della tradizione islamica. E da allora vende. Una scelta, questa, di El Hadi Brahim, marocchino, ma a tutti gli effetti italiano - è qui da 25 anni -, che a cavallo del nuovo millennio puntò proprio sulla città della quercia per aprire l'unico punto vendita di un alimento che prima di allora qui da noi non si era mai visto. Ma che oggi conta altri due validi concorrenti in città, a distanza di pochi metri uno dall'altro, nella zona, secondo i dati pubblicati dal Comune per l'anno 2012, più multietnica della città. Uno in via Don Rossaro, il minimarket del signor Nadeem, pakistano, da qualche mese in Trentino, cugino del vecchio proprietario che ha gestito il locale per diversi anni; e l'ultimo arrivato, sempre lì accanto, in via Paganini, la nuova macelleria «Bissmi Halal» condotta da un marocchino, da poco tempo in Italia. Tre punti vendita, indispensabili per tutti i musulmani della città che possono reperire facilmente carne halal, ossia «lecita», ma che, come assicurano i gestori, viene scelta e mangiata anche da molti roveretani doc.

 

«La nostra carne è più saporita delle altre, per via della diversa modalità di macellazione, e costa un po' meno, è per questo che abbiamo clienti di tutti tipi: dagli stranieri, agli italiani, ai nuovi italiani» afferma El Hadi Brahim, propietario della macelleria «Albaraka» in via Piomarta. Il primo ad aprire in città, prima in via Monte Corno e poi in via Calcinari, creando non poco scalpore in un Trentino «tirato su» a polenta e spezzatino: ben pochi trentini nel '99 conoscevano questo tipo di carne, ma 14 anni fa c'erano anche meno cittadini musulmani. Gli stranieri residenti nel 1999 costituivano infatti solo il 3,27% della popolazione, mentre oggi, sempre secondo l'annuario «La città in cifre» proposto dal Comune, sono il 13,42 %. E tra le nazionalità più numerose figurano marocchini, albanesi e pakistani: tutte comunità a maggioranza musulmana. Una serie di fattori dunque che, come racconta Brahim, hanno influito sulla sua attività: «All'inizio è stata dura, non è stato facile inserirsi, ma alla fine è andata bene. Certo oggi la crisi colpisce anche noi, non è facile per nessuno, italiani o stranieri, ma nonostante tutto posso dire di essere soddisfatto. A Rovereto si sta bene». Ed è forse anche per questo che la sua attività fra poco cambierà nome, da «Albaraka» si chiamerà «Macelleria Rovereto».


Ma se all'inizio è sempre dura per tutti, la scelta del signore Brahim nel lontano '99 si è dimostrata al passo con i tempi: da qualche anno infatti il mercato della carne halal è in continua espansione con un giro d'affari che si attesta intorno ai 630 miliardi di dollari e che in Italia, secondo i dati 2010 della Coldiretti, corrisponde a circa 5 miliardi di euro. Tant'è che nel 2010, su spinta dei ministeri degli Esteri e delle Politiche agricole, è stato creato il nuovo marchio «Halal Italia», un unico bollino che certifica la conformità alle leggi coraniche di salumi, lasagne e altre specialità italiane. Anche la stessa Coop ha inserito, tra i banconi dei suoi supermercati, prodotti certificati Halal. E gli stessi macellai halal roveretani vendono in prevalenza carne italiana proveniente dagli stabilimenti di Verona e Treviso, strutture apposite dove gli animali vengono macellati seguendo una serie di disposizioni: dal fatto che l'animale debba essere in salute, senza segni di malattia e non debba essere né ferito né impaurito in alcun modo, fino ad arrivare al fatto, in genere più contestato, che l'animale debba essere ucciso senza preventivo stordimento. Un tipo di macellazione, questo, autorizzato in Italia dal 1980.

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