Chiesa / L’addio

È morto don Luigi Panzera, un prete per la gente. La sindaca di Riva del Garda: “Sono dispiaciuta e addolorata”

Originario di Casirate Adda in provincia di Bergamo, è stato ordinato sacerdote nel 1969 a Cremona. È stato vicario parrocchiale a Trento, al Santissimo (1975-1980), incardinato in diocesi nel 1979. È diventato parroco a Bosentino, catechista a Trento, di nuovo parroco a Stravino e Pergolese, Bondo e Breguzzo, Caldonazzo, Centa S. Nicolò, e infine a Riva del Garda a San Giuseppe. Dal 2016 abitava a Calavino, dove era collaboratore pastorale

CALAVINO. «Se n'è andato un prete della gente e per la gente, «un sacerdote che è entrato nel cuore di tutti». Don Luigi Panzera è morto nella notte fra giovedì e venerdì all'ospedale Santa Chiara di Trento, dove si trovava ricoverato, a 82 anni. Lo piange la comunità cristiana cattolica di Riva del Garda ma anche tante persone laiche che in lui hanno apprezzato la persona aperta, che sapeva ascoltare e stare con tutti; lo piangono la comunità di Cavedine, quelle delle sue altre parrocchie e tutte le persone che lo hanno conosciuto e apprezzato in vita.

Originario di Casirate Adda in provincia di Bergamo, è stato ordinato sacerdote nel 1969 a Cremona. È stato vicario parrocchiale a Trento, al Santissimo (1975-1980), incardinato in diocesi nel 1979. È diventato parroco a Bosentino (1980-1981), catechista a Trento (1981-1983), di nuovo parroco a Stravino e Pergolese (1988-1990), Bondo e Breguzzo (1990-1994), Caldonazzo (1994-2002), Centa S. Nicolò (1996-2002), e infine a Riva del Garda a San Giuseppe (2002-2016). Dal 2016 abitava a Calavino, dove era collaboratore pastorale.

Il funerale sarà celebrato a Calavino domani, 25 marzo, alle 14.30 poi la salma sarà traslata alla parrocchia di Casirate d'Adda dove martedì alle 14.30 ci sarà l'ultimo saluto.

«Sono dispiaciuta e addolorata - ha detto la sindaca di Riva, Cristina Santi - per la scomparsa di don Luigi Panzera, parroco di Rione Degasperi dal 2002 al 2016. Lo ringrazio per la sua capacità di entrare in rapporto con le persone, per la vicinanza costante alla nostra comunità. In queste ore ho ricevuto molti messaggi che lo descrivono come uomo affabile e gentile».

«Ci voleva un bene dell'anima - ricorda Cesarina Maceri, presidente della Pro loco - avevamo un rapporto bellissimo. Una persona meravigliosa, ascoltava tutti. Era molto attento alle persone anziane. Aveva un carattere stupendo, sorrideva, veniva al bar a bere il caffè in mezzo alla gente. Ora Rione non è più parrocchia, ora manca il prete che abita in canonica e lui ci manca moltissimo; ci teneva alla sua parrocchia. Era di un'umiltà e una semplicità unica. Con noi del comitato organizzava anche tantissime gite, era bellissimo. Teneva unita la nostra gente. Noi del comitato, ci apprezzava tanto, ci voleva un bene dell'anima perché sapeva che facevamo tutto per volontariato. Quando è andato via eravamo molto di spiaciuti, è stata dura, eravamo anche un po' arrabbiati col vescovo che l'aveva mandato a Calavino. Siamo andati a trovarlo spesso anche là. Era davvero un prete per la gente ed è entrato nel cuore della gente».

«È stato un parroco molto attento - ricorda la collaboratrice della parrocchia Chicca - e lasciava fare molto ai laici. Una persona molto buona, dalla voce intensa durante le omelie. Dai ragazzi era considerato un po' il nonno, aveva un atteggiamento paterno. È stato un prete che aveva tanto a cuore la comunità in quanto tale e non solo verso chi collaborava in parrocchia ma proprio tutta la comunità: tutto il Rione lo conosceva. Lui andava al bar, si fermava con tutti, chiacchierava con tutti e aveva una buona parola per ogni persona. Come parroco ha sempre lasciato fare ai laici, sapeva delegare pur mantenendo un occhio attento su quello che veniva fatto. Con lui sono stati anche portati a termine i lavori della chiesa inferiore e gli arredi, chiesa inferiore che poi è stata inaugurata nel 2005».

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