Ecologia / Proteste

Riva del Garda, strage di cipressi all'ex cimitero, 70 alberi abbattuti: uno spettacolo impressionante

Il Comune realizza l’ «ettaro verde», il parcheggio da 213 posti, e 25 piante verranno sostituite. Ma comitati ed associazioni ambientaliste attaccano la sindaca: «Un giorno di lutto cittadino»

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Lunedì pomeriggio, dopo ore di colpi di motosega iniziati di buon mattino, la desolazione era totale. Dei 70 cipressi ancora presenti nell’area dell’ex cimitero, tra viale Damiano Chiesa e via Galas, non ne era rimasto in piedi nemmeno uno. Tutti rasi al suolo, almeno per adesso perché 25 verranno recuperati e reimpiantati all’interno del cosiddetto «Ettaro Verde», il parcheggio sotterraneo (213 stalli interrati) con parco sovrastante fortemente voluto dall’amministrazione Santi e finanziato in gran parte coi fondi del Pnrr (oltre 5 milioni di euro, due e passa ce li deve mettere Palazzo Pretorio). «Un giorno di lutto cittadino» lo definiscono Comitati e associazioni ambientaliste che da oltre due anni a questa parte si sono battuti per la salvaguardia di quei cipressi. «Un massacro vegetale che poteva facilmente essere evitato, costruendo il parcheggio sullo stesso spazio dove era ora, con una piccola differenza di posti macchina» affermano in una nota Wwf del Trentino e Comitato Salvaguardia Area lago: «Ha vinto la testa dura di chi vedeva i nostri cipressi come un fastidio e un ostacolo, di chi li considerava non viventi ma pezzi di legno, di chi voleva lasciare il segno col cemento con un’opera finanziata in parte dal Pnrr (che dovrebbe incentivare la sostenibilità) per di più sul capitolo dell’inclusione sociale - incalzano le due associazioni - Una vergogna, un’offesa alla natura, al paesaggio, alla storia che non verrà dimenticata. Non si dimenticherà il nome dell’assessore Pietro Matteotti che più di tutti non ha voluto sentir ragioni, solo quella di forzare per costruire, costi quello che costi. E della sindaca Santi che lo ha assecondato senza entrare nel merito. Con amarezza ormai - sottolineano ancora Sal e Wwf del Trentino - dobbiamo constatare che sulle questioni ambientali, di sostenibilità, di cura del verde, del rispetto per le piante, nostre alleate per mantenere la biodiversità e il clima nella nostra città, Riva del Garda fa grandi passi indietro». «Vergognosamente, è stato fatto morire un luogo di varie memorie di una comunità - incalzano i promotori del comitato Assemblea Parco della Libertà - Ultima dimora di generazione di rivani e Parco della Libertà. Memoria, parola sconosciuta e invisa ai cultori dell’ignoranza e del moderno. Fare, costruire, abbattere, scavare in un delirio di evirazione, in un’orgia di potere e di godimento. I posteri ci ricorderanno, pensano i Matteotti, i Malfer, le Santi e tutta la compagnia. E invece, purtroppo non sarà così. Dimentichi anche delle più spaventose disgrazie, si scorderanno di voi cinque minuti dopo che non sarete più sui vostri scranni. E così dimenticheranno anche i danni che avete procurato a tutti. Una montagna di soldi spesi quando sarebbe bastato sistemare quello che già c’era valorizzando ulteriormente i cipressi e lo spazio». L’Assemblea lamenta anche la mancanza in tutti questi anni di un percorso partecipativo, di un coinvolgimento della città. «Sono in gioco due visioni del futuro. Una volta edificato nel nome del business economico, non si torna indietro e lo vediamo ovunque».

Durissima la presa di posizione del gruppo consiliare del Partito Democratico nel giorno in cui l’abbattimento dei cipressi all’ex cimitero diventa realtà. «Vedere la stele dei Martiri impacchettata e portata altrove, vedere i filari di piante cadere a terra, saperle perfettamente sane, e constatarlo anche nell’osservare il loro tronco mozzato, non può che farci pensare al danno culturale, ambientale e morale, ma anche economico che è stato inferto al patrimonio pubblico cittadino - scrivono in una nota i consiglieri comunali Mosaner, Zanoni, Bertoldi, Lucia Gatti e Chizzola - Un danno inferto proprio da chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica in scienza e coscienza, perché eletti per compiere il bene della città. Amministratori senza scrupolo, incapaci di leggere il futuro che ci attende, incapaci di comprendere i mutamenti che affliggono il nostro tempo ed altrettanto incapaci di invertire la rotta con il loro agire».

«Sono riusciti a “camuffare” un progetto devastatore, che trasformerà un parco naturale cittadino in un parcheggio a pagamento “arredato” con un finto biolago, in un progetto di rigenerazione urbana necessario per combattere la vulnerabilità sociale della nostra città. Su questo capitolo del PNRR infatti sono riusciti a reperire le risorse, quelle che necessariamente sono state sottratte alle reali necessità sociali che attanagliano le nostre comunità. E con tali fondi, che sono a prestito e che le future generazioni dovranno rimborsare per nostro conto, hanno pensato bene di massacrare il verde e la memoria. Con una cinica e triste ironia, proprio quando la nuova viabilità in Alto Garda pare ormai alle porte invece di ripensare la città per le persone si decide di rendere definitivo un parcheggio, programmando di “caricarlo” in via Grez, in piena zona residenziale e davanti all’ingresso delle scuole in costruzione. Noi questo rischio lo abbiamo denunciato fin dall’inizio - prosegue il Pd - e la loro “abilità” è stata quella di non presentare mai tale proposta alla città: mai un’assemblea pubblica, una presentazione ufficiale, una visione del progetto esecutivo in consiglio comunale, mai nulla. Nel silenzio dell’epoca Covid hanno confezionato uno scempio da 7 milioni di euro, che rimarrà quale indelebile quale lascito del loro passaggio alla città. Ed ecco spiegato qui il perché del loro abbandono dell’aula consiliare durante la trattazione delle nostre mozioni legate proprio a questo progetto e che cercavano di limitarne la portata, tutta la messa in scena è servita solo a nascondere la loro reale avversione al confronto che fa trasparire al tempo stesso tutta la loro totale insensibilità verso un luogo simbolo della nostra città».

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