Immobiliare / Il caso

Prezzi e affitti alle stelle, nell'Alto Garda boom di domande all'Itea: 1300 famiglie cercano casa, 300 in più dell’anno scorso

Ci prova anche chi non l’ha mai fatto: «Famiglie con redditi più che dignitosi non trovano casa, pur potendo pagare un normale affitto perché di appartamenti in affitto non ce ne sono»

di Roberto Vivaldelli

RIVA DEL GARDA. È boom, nell'Alto Garda e Ledro, delle domande di alloggio «Itea» e di contributo integrativo all'affitto: secondo i primi dati, le domande pervenute sarebbero circa 1300, 300 in più allo scorso anno. Un vero proprio exploit di richieste, dovuto non solo alla crisi economica, all'inflazione, ma anche situazione relativa al mercato immobiliare, dove le famiglie altogardesano faticano enormemente a trovare degli alloggi in affitto.

Se n'è parlato anche nella recente riunione Commissione speciale di studio per le emergenze abitative nominata dal consiglio comunale di Arco nel marzo 2022 e di cui fanno parte Tiziana Betta, Arianna Fiorio, Ferruccio Morandi, Ugo Perini, Nicola Tamburini e Tommaso Ulivieri.

«Sono moltissime le domande itea pervenute - spiega l'assessora al sociale della Comunità Alto Garda e Ledro, Tiziana Betta - occorre fare un'analisi precisa, ma il motivo potrebbe riguardare il mercato privato praticamente bloccato. Questo ha avuto come conseguenza il fatto che chi non ha mai neanche pensato di rivolgersi ad Itea ora ci prova. Gli sfratti per finita locazione sono ormai quotidiani ed il problema sociale sta esplodendo. Famiglie con redditi più che dignitosi non trovano casa, pur potendo pagare un normale affitto perché di appartamenti in affitto non ce ne sono» spiega Tiziana Betta.

«A questo si aggiungono i mutui alle stelle, che impediscono alle persone di pensare di acquistare casa, cosa che magari solamente 10 anni fa molti avrebbero fatto. Il problema - sottolinea l'assessora - va analizzato a fondo e vanno trovate le soluzioni». Una problematica sociale enorme sulla quale interviene anche il sindaco di Arco, Alessandro Betta. «Purtroppo il tema della casa non è una novità, il problema è sempre più allarmante. Mi spiace dirlo - sottolinea il primo cittadino - ma a livello istituzionale alla Provincia lo avevamo detto. Visto che ho un ruolo provinciale all'interno del Partito democratico ho sollecitato i consiglieri eletti e so che Pierluigi La Spada si è subito attivato creando un gruppo di lavoro. Io chiedo alla giunta provinciale di ripartire subito, ringrazio l'assessore Mario Tonina per la disponibilità e il dialogo ma non si può proseguire con questa situazione di stallo, ci sono problemi gravi come questo da affrontare. L'allarme - osserva Betta - era stato lanciato a suo tempo da me, ed ero stato un po' deriso, ora la situazione sta davvero scappando di mano. La casa è un diritto, e qui servono delle norme che diano degli strumenti idonei alle amministrazioni comunali per intervenire. Noi abbiamo il coraggio di scegliere e non abbiamo paura di fare delle scelte anche impopolari». Betta loda l'operato della commissione: «Si è incontrata anche questa settimana e devo ringraziare tutti i componenti, a partire dalla consigliera Arianna Fiorio. Ora però deve agire anche la Provincia perché non si può più aspettare. È un problema sociale che può minare gli equilibri di una comunità. L'esasperazione non porta a nulla di buono». Mi rendo conto, aggiunge infine il sindaco, «che purtroppo talvolta, senza generalizzare, ci sono anche degli inquilini che non si comportano correttamente rispetto a chi affitta».

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