Alto Garda / Il fatto

Arco, furti di denaro in una casa di cura: arrestata una dipendente cinquantenne

La donna è stata fermata all'uscita, dopo le indagini svolte anche con videocamere posizionate dai militari nei locali della struttura. In pochi mesi erano scomparsi in tutto 4 mila euro, sottratti a pazienti e ad altri lavoratori. Per l'operatrice sotto accusa, prima i domiciliari e ora l'obbligo di firma

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TRENTO. Arrestata dai carabinieri una cinquantenne, operatrice sociosanitaria in una casa di cura di Arco: la donna è ritenuta responsabile di furto aggravato.

In una nota dell'Arma si spiega che l'operazione è stata compiuta dai militari della stazione di Arco, al termine di una intensa attività di indagine iniziata nel mese di marzo. "All’interno della struttura socio sanitaria, si sono iniziati a registrare una serie di furti ai danni di pazienti ricoverati e dipendenti, subito denunciati presso la Stazione Carabinieri di Arco. In totale, ben 13 furti di piccole somme di denaro che sparivano dai vari portafogli e borsette lasciate momentaneamente incustodite", si legge nel comunicato.

Somme sparite che, sommate, portavano alla considerevole cifra di quasi 4.000 euro rubati in pochi mesi.

"Episodi - scrivono i carabinieri - che lasciavano ancor più attoniti alla luce del fatto che le vittime erano spesso persone fragili che si trovavano nella casa di cura per motivi di salute o normali dipendenti che vi andavano a lavorare.

Ebbene, analizzando le modalità con cui i vari furti erano stati posti in essere, era emersa la particolarità che alcuni di essi erano andati a segno in reparti non aperti al pubblico alla luce della normativa emanata per arginare il diffondersi del covid, tuttora in vigore per le strutture sanitarie. Ciò aveva insospettito gli investigatori, indirizzando così i loro sospetti nei confronti di qualche dipendente della casa di cura stessa che viceversa aveva liberamente accesso a ogni stanza della struttura".

Da qui i militari, informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovereto, hanno installato una serie di videocamere nelle zone maggiormente colpite dai furti: venerdì scorso, si legge nella nota stampa, è stata notata una dipendente accedere allo spogliatoio femminile ben 40 minuti prima della fine del suo turno, aprire l’armadietto di una sua ignara collega ed estrarre dal portafoglio di questa alcune banconote di piccolo taglio, rimettendo poi tutto a posto come se niente fosse ed uscendo subito dopo dalla stanza.

I carabinieri arcensi, a quel punto, si sono appostati fuori dalla struttura sanitaria, per fermare la cinquantenne, trovata "con il denaro (200 euro) ancora accartocciato e nascosto in una tasca interna della sua borsetta (non nel suo portafoglio e quindi separato dalle banconote di cui la stessa era legittimamente in possesso)".

La donna è stata condotta alla stazione carabinieri e qui dichiarata in stato di arresto: non avendo altri precedenti di polizia, la stessa veniva poi condotta presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, mentre la somma recuperata veniva posta sotto sequestro in attesa di poter essere restituita alla legittima proprietaria.

Qualche giorno dopo, informa ancora l'Arma, la dipendente è comparsa davanti al giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Rovereto che ne convalidava l’arresto, disponendo nei suoi confronti l’obbligo di firma presso la stazione Carabinieri di Arco per tre giorni alla settimana.

Anche il denaro, inizialmente posto sotto sequestro, è stato dissequestrato dalla Procura della Repubblica di Rovereto e restituito alla legittima proprietaria che, nel frattempo, aveva sporto denuncia di furto.

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