Garda / Il rischio

Lo spavento della biker: “Sono stata quasi investita, non si deve rischiare di morire sulla ciclabile”

Laura Zinetti, fotografa molto conosciuta in Busa, racconta la sua disavventura un paio di giorni fa in uno dei punti "caldi" della viabilità tra Riva e Torbole, ma di fatto in territorio arcense. E fa un appello

RIVA DEL GARDA. «Sono appassionata di bici e mi sposto usando più possibile le ciclabili. C'è un punto dove purtroppo la ciclabile diventa pericolosissima e nessuno si decide a fare qualcosa o peggio non si sa cosa fare». È Laura Zinetti, biker e fotografa molto conosciuta in Busa, a raccontare la sua disavventura un paio di giorni fa in uno dei punti "caldi" della viabilità tra Riva e Torbole, ma di fatto in territorio arcense.

“Parlo dell'entrata della Lidl a Torbole - spiega - dove passa la ciclabile. Stavo tornando verso casa a Torbole dal mio giro in mountain bike. Venendo da San Nicolò , al bivio della Baia Azzurra prendo la ciclabile che va verso la Lidl. Dietro di me una trentina di ciclisti in fila indiana. Pedalo normalmente, supero lo stop riservato alle auto che escono dalla strada privata della Baia Azzurra, mi guardo intorno con attenzione mi immetto sulla ciclabile bene segnata a terra davanti alla Lidl e mi vedo piombare addosso una Mercedes nera che proveniendo da Torbole svolta a sinistra per entrare al supermercato senza accorgersi dei ciclisti che erano sulla ciclabile. Essendo io la prima freno istintivamente e bruscamente”.

“La mia bici si impenna dietro, rischio di finire spiaccicata sulla fiancata della macchina con conseguenze che non sto neanche a pensare. Sento un colpo al ginocchio. Solo l'esperienza in bici (sono una ex istruttrice di mountain bike) mi fa rimanere in equilibrio e non spiaccicarmi. I biker tedeschi urlano dallo spavento, io mi fermo confusa, incredula, tremavo dalla paura. Poi vedo la macchina dentro il posteggio, decido di capire chi è alla guida. Mi avvicino, la signora 50enne al volante, molto elegante , tira giù il finestrino, mi guarda anche lei confusa".

"Le chiedo se si è accorta che mi stava travolgendo e mi risponde che non mi ha vista. Mi chiede scusa. Sono arrabbiata, miracolata, spaventata e torno a casa per scoprire che la settimana scorsa un mio amico rivano è stato investito e portato via in ambulanza nello stesso punto e con la stessa dinamica. Mio marito stesso qualche giorno fa in bici ha frenato bruscamente per evitare una macchina. Quel punto è pericolosissimo. Lo sanno tutti, ma nessuno fa nulla. Chi va in auto non pensa alle bici e alla ciclabile che passa li davanti. Chi va in bici non sa che alla guida della macchina ci sono persone sprovvedute o incapaci di valutare il pericolo che creano ogni volta che svoltano verso il posteggio della Lidl. Aggiungi anche i pedoni”.


"Deve scapparci il morto? Al posto mio poteva esserci mio figlio... Qualcosa deve essere fatto, non si può rischiare la vita per tornare a casa seguendo per di più la ciclabile e rispettando le regole. Chiedo che il miracolo che è successo a me porti luce su una problematica che vedo abbandonata nell'ultimo cassetto degli uffici comunali”.

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