Turismo / Dibattito

Vade retro ponte tibetano: polemiche ad Arco per la fune fra Colodri e castello

La proposta di Assocentro scatena la bagarre politica, il sindaco Betta è possibilista, la Lega applaude, minoranze scatenate: «Non diventi un parco avventura» 

di Roberto Vivaldelli

ARCO. L'ipotesi di realizzare un ponte tibetano fra la rupe del Castello di Arco e Monte Colodri divide la politica arcense. Se il sindaco Alessandro Betta è parso tutto sommato favorevole quantomeno a valutare la proposta di «Assocentro» e a verificarne la fattibilità, altri esponenti della maggioranza - come il consigliere di «Arco Bene Comune» Tommaso Ulivieri, ma non solo - sono nettamente contrari alla realizzazione di quest'opera.

Lo stesso vale per le minoranze, con Chiara Parisi, consigliere comunali della «Civica Olivaia» e di «Arco che vorrei», che non usano mezzi termini per dichiarare la loro contrarietà al progetto avanzato dal consorzio dei commercianti del centro storico. «La reazione è di sconforto per proposte che sono sempre più sconnesse dai bisogni reali e da questo tempo storico. Non servono nuove attrazioni, ma la cura per quello che c'è e il rispetto per l'autenticità dei luoghi. Spiace costatare l'esigenza di aggiungere, anziché di togliere».

Sarebbe molto più utile, affermano, «sollecitare soluzioni per gli spostamenti dei turisti da e verso le falesie e Laghel per limitare gli accessi indiscriminati e disordinati con tanto di mezzi di trasporto piazzati in ogni dove, questo sì proteggerebbe il nostro oro. Non abbiamo certo bisogno di nuove attrattive di massa (che poi magari dovremmo servire con nuovi parcheggi per i visitatori in un circolo senza fine). Speriamo che i proponenti abbiamo modo di rivalutare le implicazioni di una simile opera. Il nostro luogo è bello così com'è».

Netta contrarietà anche da parte di Erica Cavagna, portavoce di «Europa Verde Alto Garda e Ledro», che in una nota spiega che «una simile opera sarebbe volta solo ad aumentare l'afflusso di turisti che già oggi è massiccio e rappresenta una fonte di criticità importante per l'Alto Garda. Mentre in altre zone d'Italia come Venezia e l'Alto Adige - sottolinea - si cerca di affrontare il problema del turismo di massa, consapevoli delle conseguenze che esso porta con sé, nell' Alto Garda si continua a promuovere il modello di un turismo insostenibile, fortemente impattante a livello ambientale e improntato a portare sempre più turisti».

Anche l'ex vicesindaco Stefano Bresciani, consigliere comunale del Patt, boccia l'idea di «Assocentro»: «Proposta semplicemente ridicola - sottolinea - irrealizzabile sul piano autorizzativo, decontestualizzata per l'ambito di tutela monumentale dove verrebbe collocata, proposta da un'associazione di commercianti che non ha nessun titolo per progettare in ambito pubblico. Dovessi esprimermi come consigliere sarei contrario. Sono per la valorizzazione del Castello e non nella trasformazione in un Parco Avventura».

Di tutt'altro avviso i consiglieri comunali del centro-destra. Secondo l'esponente della Lega, Oscar Pallaoro, «è davvero un bene che "Assocentro" si muova ed esponga idee per la nostra città. Idee che poi verranno ovviamente discusse e rispetto alle quali bisognerà verificare la fattibilità. Ma queste sono le proposte che movimentano la comunità e sulle quali occorre lavorare. Ben vengano dunque queste iniziative». Secondo Stefano Tamburini («Siamo Arco») «se c'è la possibilità di realizzare quest'opera è giusto andare avanti e approfondire la questione. È interessante. Bisogna poi capire come finanziarla. Andrebbe fatto un ragionamento di ampio respiro, pensando magari a un programma generale di interventi. Bisogna coordinare gli investimenti per arrivare a un risultato».

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