Arco / Il pericolo

Una placca di roccia crolla dal Baone sulla falesia dei climber

Tragedia evitata dalle restrizioni del lockdown: per fortuna non c’era nessuno nell’area di solito frequentata dagli arrampicatori. Sopralluogo del Comune: “Area interdetta”

di Roberto Vivaldelli

ARCO. Un'ottantina di metri quadrati per circa 20 centimetri di spessore - e dunque qualche tonnellata complessiva di materiale - si è staccata l’altra mattina dal Monte Baone, nell'olivaia arcense, in un'area molto frequentata solitamente da escursionisti e climbers. Il caso ha voluto che in quel momento, nonostante la bellissima giornata di sole, complici le misure restrittive imposte dall'entrata del nostro territorio in «zona rossa», non ci fosse nessuno. Altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere molto gravi.

Sul posto si sono recati, al fine di appurare che nessuno fosse rimasto coinvolto nell'evento franoso i Vigili del fuoco volontari con il comandante Stefano Bonamico, e successivamente, per un sopralluogo, il vicesindaco Roberto Zampiccoli con i tecnici del Comune di Arco per chiudere l'area al pubblico in attesa di ulteriori verifiche e perizie che verranno fatte nei prossimi giorni e settimane.

«La lastra - spiega il vicesindaco Zampiccoli - si è probabilmente staccata per via di una pianta posta a sommità della stessa che ha divelto la roccia, secondo una prima analisi che abbiamo condotto con i tecnici. Ora dobbiamo chiudere la zona e sollecitare una perizia geologica da parte della Provincia Autonoma di Trento, che poi ci dirà cosa dovremmo fare e se potremo riaprire l'area al pubblico o se bisognerà procedere con qualche disgaggio».

Come spiega il vicesindaco, la frana non ha interessato il percorso ad anello «Coste del Baone» ma una falesia molto frequentata dai climbers, soprattutto alle prime armi. «Ora dovremmo esaminare tutta la zona - sottolinea Zampiccoli - certo è che avrebbe potuto accadere qualcosa di molto serio. Purtroppo la composizione della roccia stratificata fa sì che possa scivolare verso il basso con il tempo. Stiamo rimuovendo tutti gli appigli in maniera tale che la falesia, molto impiegata da chi vuole imparare ad arrampicare, non venga utilizzata. Peccato perché è una zona bellissima, molto esposta al sole».

«Più che commissionare studi puntuali e prestare la massima attenzione, altro non possiamo fare» osserva il sindaco Alessandro Betta, commentando l'evento franoso del Baone. «Non c'è un centimetro del nostro territorio che non sia soggetto a rischi o pericoli, soprattutto se parliamo di roccia. È evidente che le placche si disgregano. Per ora va interdetto il passaggio, poi vedremo. Abbiamo una situazione analoga anche sopra San Martino, dove abbiamo registrato la caduta di alcuni massi. Probabilmente il clima di questo periodo, e gli sbalzi di temperatura dal caldo al freddo e viceversa, favoriscono questo fenomeno». Il comandante Stefano Bonamico conferma che quello del Vigili del fuoco è stato «un intervento mirato a verificare che non ci fossero persone coinvolte. In una normale, bella giornata senza chiusure da covid - commenta Bonamico - avrebbero potuto esserci molte persone da quelle parti, sia per frequentare la falesia, che per la potatura degli olivi». 

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