Cartiere, Ferrari al vertice Varone, torna il ciclo continuo

Nel pieno di una pandemia che ha messo ancora più un crisi un settore già in sofferenza, in particolar modo comparti già penalizzati dal mercato prima del 2020, «Cartiere del Garda» volta pagina e nell'arco di un solo anno, tra inizio dell'anno scorso e gennaio 2021, cambia completamente i suoi vertici. Circa un anno fa vi fu l'addio di Giovanni Lo Presti, già direttore industriale e consigliere delegato; adesso è la volta del presidente Andrea Minguzzi che, come informa una nota della direzione, «nell'ambito di un avvicendamento organizzativo e nell'ottica della progressiva uscita dal gruppo, ha deciso di rassegnare le dimissioni da tutte le cariche ricoperte all'interno del Gruppo Lecta».

Al suo posto arriva Michele Ferrari , trentino, una laurea in economia politica all'università di Trento, già direttore finanziario per molti anni dell'azienda cartaia rivana, un passato anche in Tecnofin e ruoli di primissimo piano ai vertici del Gruppo Lecta in terra di Spagna. Ferrari assume la carica di consigliere e presidente del consiglio d'amministrazione di Cartiere del Garda e di Alto Garda Power, la società che gestisce la centrale di coogenerazione di via Maso Belli. «Un incarico nel segno della continuità anche alla luce dei suoi trascorsi in Cartiere del Garda» aggiunge la nota firmata dal direttore Antonio Di Blas, colui che a inizio 2020 preso il posto di Giovanni Lo Presti.

Il cambio della guardia avviene in un momento storico unico, dove alla crisi del settore si è aggiunta l'emergenza sanitaria che ha assestato un colpo pesante al mercato mondiale e in particolare agli ordinativi di taluni prodotti tra i quali proprio quelli che escono dallo stabilimento rivano. Non sembra essere così invece per un'altra azienda leader a livello mondiale, oltre che realtà storica del territorio altogardesano: le Cartiere Fedrigoni . Il settore «etichette» viaggia bene e Arconvert ne è una dimostrazione concreta. Ma adesso anche Varone sembra rialzare la testa a fronte di ordinativi importanti che nei prossimi mesi quasi sicuramente porteranno alla riattivazione del «ciclo continio» interrotto, causa crisi, poco più di un anno fa.

Di questa prospettiva ne hanno parlato ufficialmente i vertici del Gruppo non più tardi di venerdì scorso coi rappresentanti delle Rsu prospettando un ritorno al ciclo continuo almeno per un periodo di due mesi (marzo e aprile) e con la possibilità di proseguire in seguito anche per il solo reparto «allestimento». Il ritorno al «ciclo continuo» implica una serie di assunzioni e queste settimane di febbraio dovrebbero servire proprio per rimpinguare i ranghi e preparare tutta la macchina per la ripartenza. Nel dicembre scorso, come comunicato alle organizzazioni sindacali, il Gruppo Fedrigoni aveva tra l'altro deciso di estendere al 31 marzo prossimo il protocollo nazionale di gestione della cassa integrazione guadagni per Covid-19, protocollo che consente ai lavoratori del gruppo di non perdere ferie, Rol, anzianità e altro durante i periodi di cassa.

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