Omkafè, la passione diventa museo In torrefazione spazio culturale

di Vittorio Colombo

Un'esperienza entusiasmante a 360° nel mondo del caffè: questo il messaggio che ha accompagnato la presentazione del nuovo Museo Omkafè allestito presso la sede dell'azienda di via Aldo Moro ad Arco. L'inaugurazione è avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri l'altro, alla presenza di autorità civili e rappresentanti del mondo economico con i responsabili aziendali e tutto lo staff della famiglia Martinelli a fare gli onori di casa. È stato un appuntamento che ha testimoniato in pieno la vitalità della famiglia Martinelli che, grazie alla passione di quattro generazioni, ha fatto del caffè di qualità una scommessa vincente.  

Il nuovo Museo è un ulteriore passo in avanti sulla strada della promozione del caffè di eccellenza che trova ideale collocazione nella sede di via Aldo Moro, avveniristica per concezione architettonica e dotata di macchinari e di tecnologia all'avanguardia, un cammino iniziato nell'ormai lontano 1947 grazie alla intraprendenza di Ottorino Martinelli e proseguito poi nei decenni. Ottorino aveva creato il marchio e aveva aperto, affiancato dalla moglie Maria il primo negozio-punto degustazione in via Maffei a Riva del Garda. 
Da lì si sviluppò nel ?59 l'attività di produzione e di commercializzazione, passata poi nella sede di via Cattoni; quindi nell'87 l'attività si ampliò negli spazi dell'ex Cantine Torboli di viale Vannetti di Riva e nel 2009 in passaggio nell'attuale sede. 
L'opera di Ottorino è stata portata avanti dai figli Remo (scomparso nel 2001) e Renato, quindi dai nipoti: Lorenzo e Fabrizio, rispettivamente direttore generale e direttore commerciale, e trainers autorizzati Scae, e Giovanni, responsabile di produzione e mastro torrefattore, affiancati da Andrea, che fa parte del consiglio di amministrazione, da altri loro familiari e dalle nuove leve della quarta generazione. 

«Il Museo, realizzato su progetto dell'architetto Andrea Miserocchi - spiega il direttore generale Lorenzo Martinelli ? è la traduzione del nostro amore per il caffè. Intende stimolare conoscenza e soprattutto curiosità. Dietro la tazzina di caffè che viene consumata abitualmente c'è tutta una storia fatta delle vicende di genti di molti Paesi del mondo, c'è cultura, sociologia, economia».  «Abbiamo inteso aprire questa finestra sulla storia del caffè perché la nostra è una passione forte che ha solide radici nella tradizioni dalle quali prendiamo le mosse per andare avanti. Tradizione e innovazione: il nostro impegno - prosegue Lorenzo Martinelli - è quello di fare sempre qualcosa in più e di farlo sempre meglio nel modo migliore per proseguire sulla strada dell'eccellenza che è quella vincente ed è quella che abbiamo sempre seguito. La nostra è una azienda che si basa sulla coesione dell'intera famiglia Martinelli, direttamente impegnata nell'azienda, e sull'apporto di meravigliosi collaboratori che non mi stancherò mai di ringraziare». 

Il museo, visitato l'altra sera con vivo interesse dagli ospiti convenuti per l'occasione, rappresenta ora un'opportunità non solo per i turisti e i locali ma anche per le scuole ed è importante la collaborazione in essere con la Scuola alberghiera. 
Vi trovano spazio percorsi guidati, preziosi libri d'epoca con un testo del 1740, le macchine da quelle pionieristiche a quelle più moderne, quindi documenti, testimonianze fotografiche, francobolli, contenitori di aromi, ed è un viaggio stimolante e istruttivo che ci porta nei Paesi del Sud America, dell'Africa e dell'Asia, i Paesi produttori da molti dei quali arrivano i sacchi di caffè che viene utilizzato per il processo di torrefazione nella storica ditta, conosciuta e rinomata nell'Alto Garda ma anche fuori zona.

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