Così cambia l'agricoltura 4mila metri di cannabis

Un campo di marijuana alla rotonda sant’Andrea non s’era mai visto dal Dopoguerra ad oggi.
La curiosità è notevole: nel breve spazio di un’intervista, passa un furgone e un tizio grida: «Ehi, si fuma?»; si fermano una ragazza e un ragazzo in moto per avere risposte, mentre il giorno prima era venuta la polizia a esaminare le piante.

Ora quei 4.000 metri coltivati a cannabis stanno crescendo rigogliosi e veloci vicino al Penny Market. Un paio d’anni fa sarebbero finiti su tutti i giornali e i coltivatori perlomeno denunciati ma dal 2016, con la legge 242, coltivare cannabis è legale purché la varietà della pianta sia a bassissimo contenuto di Thc (Tetraidrocannabinolo, il principio psicoattivo), non oltre lo 0,2-0,6%. Non si tratta dunque di «ganja», il cui Thc può arrivare anche al 20-30% ma di canapa per usi alimentari, tessili, medici o tabagistici.

La cannabis sativa coltivata da Davide Pederzolli, giovane contadino di 25 anni di Cavrasto, Bleggio superiore, servirà a ricavarne olio. «Non sono il primo a coltivare canapa in Trentino, sono il primo  - spiega Pederzolli - a farlo vicino ad una rotatoria molto trafficata. La mia cannabis è a bassissimo contenuto di Thc, nei limiti di legge, se la fumi non fa niente. I semi sono certificati. C’è molta ignoranza in merito: io ne voglio fare olio, è un olio particolare visto che contiene molti Omega 3 e acidi grassi buoni, è ricercato dai vegetariani. Da quello che resta dalla spremitura otterrò dei chips da cui ricaverò farina. Con la mia azienda “L’albero della vita” coltivo erbe officinali per prodotti officinali e aromatici, creme, oli e altro. Ora sto anche estraendo linfa di betulla che è ricca di sali minerali. C’è chi con la canapa vuole fare solo business aziendale per la rivendita in tabaccheria ma io ho il mio focus aziendale preciso».

Davide Pederzolli ha un fratello, Luca, che con la sua azienda agricola Maso Fruttolo si occupa di ortaggi. «Abbiamo aziende distinte ma facciamo rete, anche con quella di mio padre Diego, l’azienda agricola biologica Maso Paradiso. Ora tra un mese aprirò un agricampeggio nel Bleggio si chiamerà Paradiso terrestre».

Tutto è iniziato per risolvere un problema tipico della produzione biologica. «Un’amica - racconta Pederzolli - mi ha detto che la cannabis coltivata toglie due terzi delle erbe infestanti, perché libera molto azoto nel terreno, un po’ come la senape. E per me sarebbe un grande aiuto. Non serve nessun pesticida né insetticida. Al tempo della fioritura si formano dei baccelli che contengono i semi che poi spremuti danno l’olio. Io vorrei provare anche a fare delle tisane. C’è un’altra varietà che cresce molto più alta e che viene usata per tessuti, e un’altra per tabacco da fumare, la cosiddetta cannabis light, che si compera legalmente in tabaccheria, non c’entra con quella dei cosiddetti “cannoni”, ha solo un effetto rilassante per la presenza di Cbd. La cannabis è una pianta di grandi potenzialità in molteplici campi, anche in medicina, proprio per la presenza di Cbd».

Il cannabidiolo è un metabolita non psicoattivo che ha effetti rilassanti, anticonvulsivanti, antidistonici, antiossidanti, antinfiammatori, serve per il diabete,  schizofrenia, artrite reumatoide, epilessia, patologie cardiovascolari, ansiolitico e antidolorifico per gli spasmi muscolari o i dolori neuropatici e altro.

L’uso delle cannnabis sta diventando un fattore di interesse in zona e lo dimostra anche l’apertura del negozio «Mariejaime» di Alessandro Dalla Maria di Cavedine, al Greeen center di Arco, dove si possono trovare creme, cosmetici, vestiti, prodotti per la salute, per la coltivazione e attrezzature per i fumatori «e presto - aggiunge Dalla Maria - anche prodotti alimentari».

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