Zampiccoli "fugge" dal Trentino Gestirà il rifugio Lausen in Veneto «Sat lontana anni luce dalla realtà»

di Danny Dusatti

Pressapoco sono meno di 200 giorni, se contiamo che il «nuovo» via ufficiale avverrà a dicembre. Meno di 200 giorni dedicati alla famiglia, alla compagna Eva, al piccolo Giacomo, agli affetti veri, alle arrampicate e in parte al lavoro di guida alpina. Sempre però con un pizzico di nostalgia per la mancanza di quel «contatto umano» che solo lui era ed è capace di trasformare in una parentesi di gioia pura per tutti. Meno di 200 giorni. Tanto è durata la lontananza di Danny Zampiccoli da un rifugio alpino dopo la decisione di abbandonare dopo 17 anni la gestione del «Damiano Chiesa» sul Monte Altissimo, alla vigilia di Natale 2016.

Ora Danny riparte e lo fa con lo spirito di sempre. Un vulcano di idee e di entusiasmo. Ma riparte, secondo in tre anni dopo la «fuga» di Matteo Calzà al Rifugio Chierego, al di là dei confini provinciali. Un particolare quest'ultimo che qualche riflessione forse dovrebbe innescarla.

Venerdì mattina, accompagnato dalla moglie Eva, Danny Zampiccoli ha firmato l'accordo per prendere il gestione il Rifugio Lausen, a quota 1.260 metri sui Monti Lessini, nel comune di Velo Veronese, struttura privata di proprietà di un imprenditore del settore turistico titolare dell'Hotel Sporting S.Felice, a una ventina di minuti a piedi dal rifugio stesso.

Primo anno di «prova» gratuito e da fine 2018, se le cose andranno bene, contratto di 6 anni più 6, «cose che con la Sat te le sogni» butta lì Danny con un sorriso amaro. Venti posti letto, due sale da pranzo, una vecchia malga rimessa a nuovo cinque anni fa quasi ai piedi del Monte Purga, a sud del Carega.

Il proprietario, Giampi, cercava un gestore e un amico comune ha messo in contatto le due parti. «Cercavo la bellezza, sia in termini di contesto ambientale che di funzionalità e qui l'ho trovata - racconta Danny, appena tornato nella sua casa di San Martino assieme ad Eva - Il proprietario dal canto suo aveva voglia di trovare un bravo gestore e l'aspetto economico, per quanto importante, è stata l'ultima cosa che abbiamo affrontato. Io non volevo andar via dal Trentino, io così come Eva. Anzi, volevamo restare. Ma tutti i contatti che abbiamo avuto in questi mesi sono naufragati nel nulla e ho rinunciato a tante possibilità perché non le sentivo mie. Volevo restare qui ma non è stato possibile. E così ho colto quest'opportunità».

In questi mesi la montagna non se l'è mai fatta mancare Danny Zampiccoli: «Ma avevo nostalgia delle persone, del contatto umano che hai quando accogli qualcuno in rifugio prima di tutto con en piat de bòna cera, anche se a volte - aggiunge Eva - sull'Altissimo c'erano giornate così intense che non riuscivi a guardare negli occhi le persone alle quali servivi una tazzina di caffè».

Danny Zampiccoli, la sua famiglia, la sua squadra, sono prima di tutto questo. E per questo era scontato che prima o poi lo si ritrovasse dietro il bancone di un rifugio o sulla porta ad accogliere con un sorriso e un abbraccio l'escursionista di turno. «Sono pronto ad affrontare questa nuova sfida con entusiasmo, felice di potermi esprimere in quello che amo, mettendo al servizio degli altri quello che abbiamo imparato da tutti in questi anni» commenta ancora Danny. Aspetti burocratici e logistici permettendo, in novembre ci dovrebbe essere l'apertura in occasione di alcuni weekend mentre a regime si andrà col mese di dicembre.

Ma in questi mesi, con il bando per il «Marchetti» aperto, non ci hai mai fatto un pensiero? «A queste condizioni no. Ho trascorso un'estate meravigliosa, prima di tutto con la famiglia, ma il mio cuore era triste ogni qual volta avevo a che fare con la Sat...». Un anno di «prova» e poi contratto 6+6, con la possibilità di investire e programmare come ha sempre desiderato Zampiccoli: «Prima o poi anche la Sat dovrà arrivarci - commenta - Se tu vai in banca a chiedere un finanziamento, la prima cosa che ti chiedono è il contratto d'affitto e con un contratto di anno in anno il finanziamento non te lo danno. In questo senso la Sat è lontana anni luce dalla realtà». Ma questa ormai è acqua passata. Almeno per lui.

 

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