La droga per i ragazzini Riva del Garda, sei arresti

Operazione anti droga, i carabinieri scoprono giro di spaccio

di Paolo Liserre

Clienti giovani e giovanissimi, dai 13 ai 17 anni, che per tutta l’estate hanno acquistato la droga coi soldi che davano loro mamma e papà, convinti che servissero per una pizza, un gelato o quant’altro di innocente. Veri e propri habitué dello spinello, capaci di acquistare hashish e marijuana almeno una volta al giorno sganciando nell’arco di due-tre mesi dai 6 ai 900 euro, cifre che per un ragazzino sono roba importante.

Il tutto lontano da occhi indiscreti, tra il parco e gli immobili fatiscenti della Colonia Miralago e la zona di Villino Campi. Un vero e proprio «mercatino della droga» lo ha definito il colonnello Luca Volpi, comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, nel presentare i risultati dell’attività investigativa condotta dai militarii della Compagnia di Riva del Garda e coordinata dalla procura della Repubblica di Rovereto per fronteggiare lo spaccio di sostanze stupefacenti in zona.

Sei arrestati (tre attualmente in carcere a Spini di Gardolo e altrettanti ai domiciliari), un latitante di nazionalità ucraina rientrato in patria ma nei confronti del quale è già stato spiccato un mandato di cattura internazionale, 18 denunciati a piede libero (di cui due minori), 25 perquisizioni e 69 persone segnalate all’autorità giudiziaria per consumo personale di droga, di cui 63 minori, alcuni dei quali tredicenni, quasi tutti rivani, tutti studenti, per la maggior parte figli di «buone famiglie».

Sono i numeri della ribattezzata «Operazione Spiagge Sicure», un’attività investigativa partita l’estate scorsa e che ha impegnato per alcuni mesi i carabinieri rivani guidati dal capitano Marcello Capodiferro e dal maresciallo Massimiliano Greco (comandante ad interim del Nucleo operativo) tra appostamenti, pedinamenti e dall’inizio di settembre anche grazie alle riprese di due telecamere piazzate appositamente tra Miralago e Villino Campi.

Ai sei viene contestato il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso ma non l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio in quanto, come hanno spiegato gli inquirenti, di fatto ognuno di loro operava autonomamente seppur nella stessa zona.

Il modus operandi degli spacciatori era «comune a tutti loro e ingegnoso», hanno sottolineato i carabinieri.

«Le sostanze stupefacenti - hanno raccontato gli inquirenti - venivano sistematicamente nascoste in anfratti, cespugli e addirittura sugli alberi del posto venendo prelevate all’occorrenza per essere spacciate agli acquirenti. In tal modo evitavano i controlli su “strada” e quindi il rischio di vedersi sequestrata la droga a seguito di perquisizioni personali da parte delle forze di polizia.

L’acquisto ed il consumo delle droghe avveniva sul posto, piuttosto lontani da occhi indiscreti e soprattutto, anche qui, per evitare i controlli delle forze dell’ordine». L’attività di spaccio è andata avanti per tutta l’estate, tutti i giorni dalle prime ore del mattino sino a sera inoltrata. E gli acquirenti, minorenni compresi, sapevano che lì, tra Miralago e Villino Campi, potevano tranquillamente comprare e consumare hashish e marjiuana senza essere notati e a prezzi «concorrenziali» (5, 10 euro a dose).

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