Aggredito di notte da tre rapinatori Preso a calci e pugni per 50 euro

Preso a calci e pugni da tre persone per portargli via il portafogli con 50 euro. Ormai sotto casa, quasi nel cuore della notte. Di fatto, a norma di codice penale, una rapina vera e propria. L'episodio, allarmante e per fortuna senza molti precedenti in zona almeno negli ultimi anni, è avvenuto poco prima della mezzanotte di giovedì in via Capitelli, a due passi dall'ospedale di Arco.

Vittima un uomo del posto, 40 anni, di professione cameriere, costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso dove i medici lo hanno medicato e dimesso qualche ora dopo con una prognosi di una decina di giorni. 

Il fatto presenta ancora alcuni lati tutti chiarire ed è proprio su questi che si sta concentrando il lavoro dei Carabinieri intervenuti dopo la segnalazione dell'accaduto. La vittima lavora come cameriere in un ristorante della zona e giovedì sera, come tutte le sere, stava facendo ritorno a casa in sella alla sua moto da strada.

Era quasi arrivato a destinazione, in via Capitelli, quando ha rallentato per curvare ed è stato proprio in quel momento che, secondo il suo stesso racconto, tre persone sono sbucate fuori dal nulla e senza dire una parola hanno cominciato a mollare calci e pugni a tutto spiano fino a farlo cadere a terra. La moto gli è caduta sopra e questo, oltre al «trattamento» riservatogli dai suoi assalitori, gli ha provocato alcune lesioni alla gamba. A quel punto i rapinatori gli hanno portato via il portafogli con all'interno, oltre che documenti e qualche effetto personale, 50 euro in contanti.

Poi, naturalmente, se la sono data a gambe levate. Apparentemente senza lasciare alcun indizio utile per le indagini.

Secondo il racconto fatto dalla vittima ai carabinieri, i tre aggressori non avrebbero proferito parola. Nessuna richiesta di denaro, nessuna classica frase "fuori i soldi o finisce male", niente di niente. Solo una furia uscita dal nulla e che si è scatenata improvvisamente senza motivo. Il cameriere arcense indossava il casco con la visiera abbassata nonostante l'ora e questo gli avrebbe impedito di notare dati essenziali o particolari dei suo aggressori. Se erano grandi o piccoli, com'erano vestiti, se sono scappati a piedi o su qualche mezzo lasciato lì vicino.

Assolutamente nulla.

Anche il fatto che i tre malviventi non abbiano pronunciato neanche mezza parola non aiuta gli investigatori a capire se si tratta di persone del posto o di stranieri, magari solo di passaggio. O di persone che la stessa vittima potrebbe conoscere e che per questo avrebbero evitato di far sentire la propria voce. Gli inquirenti stanno rimettendo assieme tutti i pezzi del puzzle per cercare di capire se si tratta di una vera e propria rapina per certi versi «improvvisata» o di un atto di «rappresaglia» per qualche episodio avvenuto in passato. 

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