Con le cigar box ci suono il blues

di Chiara Turrini

Il Laboratorio dove nascono cose belle. A Caneve, nel complesso che ospita anche Enaip e Anfass, c’è una realtà sociale che accoglie 23 ragazzi e ragazze sopra i 25 anni, i quali, con l’assistenza di 8 educatori, producono manufatti creativi. Ceste in midollino, bomboniere, fiocchi nascita, biglietti di auguri, oggettistica varia: i prodotti, che la cooperativa crea su ordinazione, si possono trovare anche nei punti vendita di Coop.

«Il primo obiettivo resta l’ergoterapia, una terapia mediante il lavoro – spiega l’educatore Alfonso Donati – e poi certo ci interessa vendere il frutto della nostra produzione». I ragazzi della cooperativa Laboratorio Sociale, che ha centri in tutta la provincia, hanno diverse disabilità, ma basta che prendano in mano il midollino, un pennello o ago e filo, ed ecco scaturire una creatività che colora di allegria gli spazi della struttura di Mogno. Si lavora tutti i giorni, tutto il giorno, dividendo le attività in lavoro e studio.  

Alfonso è anche un musicista blues. Da lui è arrivata l’idea di produrre le «cigar box», ossia strumenti musicali a corda originari dell’America «black», al tempo in cui gli schiavi non avevano altro che le scatole di sigari vuote, a cui attaccare un manico di fortuna, per trasformarle in una sorta di chitarra. Le «cigar box» del Laboratorio sono fatte da scatole di legno pregiato costruite dai ragazzi, alle quali si aggiunge manico e corde. In esclusiva per la cooperativa Agraria di Riva vengono fabbricate anche «cigar box» per vini d’èlite. «Invece dei sigari, le scatole sono contenitori da enoteca. In questo modo si ha uno strumento musicale che racchiude una bottiglia di vino buono» spiega Donati. Sempre raccogliendo l’eredità della musica nera, il Laboratorio si è inventato anche i «tabiel wash», interpretazione trentina delle «washboard», «percussioni improvvisate sfruttando le tavole su cui le donne nere lavavano i panni» racconta Alfonso.

Nel laboratorio, oltre a cesteria e liuteria, ci sono anche laboratorio di sartoria e confezioni e uno di didattica. Le educatrici Gabriella e Claudia si occupano dell’area del taglio e cucito. I ragazzi cuciono, ritagliano, dipingono. Il Gruppo Costruttori, che fa il Carnevale, ha regalato al centro gli striscioni pubblicitari, da cui si ricavano coloratissime borse. «Anche se hanno magari 60 anni, per noi rimangono i nostri “ragazzi”» dice Claudia, mostrando le diverse tipologie di prodotti, di varia foggia e materiali. Sempre più coppie si rivolgono al centro per avere bomboniere esclusive e fatte su misura. Così come anche i fiocchi nascita, commissionati ai ragazzi dai neogenitori. Ogni anno si producono pure sacchettini di lavanda, che questi «artigiani» raccolgono e fanno essiccare.

Lucia si occupa della parte didattica. La mattina esercita le competenze manuali dei ragazzi, il pomeriggio invece è dedicato a materie scolastiche e uso dei computer. Il centro ha raccontato il proprio metodo di lavoro ad un congresso internazionale a Rimini, mostrando risultati positivi soprattutto nel campo delle collaborazioni con le scuole e i musei didattici. Da tre anni i ragazzi entrano nelle aule scolastiche del comprensorio per insegnare la creazione delle ceste, e diventare a loro volta «maestri» dei bambini. «Sono tutte attività che sviluppano la loro creatività e specialmente l’autostima» dice Lucia, che poi saluta e torna a programmare la lezione del pomeriggio.

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