Chiusura del punto nascite di Arco: ieri altro volo in elicottero, il secondo in due giorni

L'onorevole Mauro Ottobre all'attacco: «Forse ci sono gli estremi per un esposto in Procura o alla Corte dei Conti»

Due voli urgenti in tre giorni. Una buona media che in molti si aspettavano e che invece sembra stupire qualcuno. Da quando ad Arco è stato chiuso il «punto nascite» altogardesano, ufficialmente da lunedì mattina, le donne in procinto di partorire o che manifestano situazioni potenzialmente a rischio, vengono immediatamente trasferite nel «punto nascite» disponibile più vicino chiamando l’elicottero di «Trentino Emergenza» che poi le porta in volo a Trento oppure a Rovereto.
 
Questo prevede la nuova regolamentazione del «percorso nascite» e questo fanno i medici in pronto soccorso, reparto a tutt’oggi neppure veramente attrezzato per far fronte ad un parto e alle sue possibili complicazioni. Il trasferimento in elicottero, nel momento in cui l’Alto Garda ha perso la sua sala parto (materialmente chiusa da domenica sera) rimane l’unica opzione praticabile di fronte ad un’urgenza (che non sempre significa emergenza).
 
Lo ha dimostrato quanto accaduto già martedì, quando una giovane donna di Arco si è diligentemente recata a Rovereto per essere visitata al «punto nascite» lagarino denunciando contrazioni che la preoccupavano. Dimessa perché il parto non era imminente, la donna ci ha messo un’ora a tornare in Busa (grazie alla viabilità della Loppio-Busa in estate) e al suo rientro ha avvertito contrazioni ancora più forti, al punto di decidere di recarsi in pronto soccorso ad Arco. Qui è stato chiamato l’elicottero per l’immediato trasferimento al S.Chiara. In tutto tre ospedali e un volo in eliambulanza per far ciò che fino a qualche giorno fa si poteva fare in reparto ad Arco. Ieri altra situazione di potenziale rischio che ha portato ad un altro trasferimento in volo. 
 
Il costo operativo stimato dell’elicottero è attorno ai 140 euro, per cui non è eccessivo parlare di trasferimenti che costano 4 mila euro alla volta. In due giorni sono già 8 mila. Considerando che il «punto nascite» di Arco era di poco sotto la media dei 500 parti all’anno, c’è da immaginare che voli di questo tipo ce ne saranno molti in futuro.
 
«E dove sono allora i risparmi?» si chiedeva ieri l’onorevole Mauro Ottobre. «Se alla fine dell’anno avremo speso centinaia di migliaia di euro in voli non era forse meglio investirli per migliorare il punto nascite arcense? Se invece il problema era la sicurezza per le partorienti siamo sicuri che sia meglio rischiare di partorire in coda a Loppio o in elicottero anziché in reparto ad Arco? Mi sfugge il senso di tutto questo». Ottobre annuncia l’intenzione di andare oltre: «Forse ci sono gli estremi per un esposto in Procura o alla Corte dei Conti».

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