Maxi contributo a Via Pacis, le accuse del M5s e la replica del sindaco

«Sono stato eletto per fare politica e per poi amministrare. Se qualcuno va avanti a colpi di interrogazioni - ha osservato seccato Ugo Rossi - non me ne preoccupo. Per Via pacis abbiamo applicato i criteri previsti dalla legge 40 e ci assumiamo la responsabilità politica di quanto abbiamo fatto». Il presidente della Provincia ha rivendicato la bontà del finanziamento di 1 milione e 119 mila euro all’associazione cattolica Via pacis di Paolo Maino (che conta circa 500 soci) per la costruzione della nuova sede in via monte Baldo ad Arco e ha replicato piuttosto scocciato alla notizia di una nuova interrogazione provinciale da parte di Filippo Degasperi e dei due esposti presentati dal medesimo assieme a Giovanni Rullo, consigliere comunale di Arco, uno alla procura della repubblica e uno alla corte dei conti.

Ieri mattina in conferenza stampa al palazzo della Regione, i due esponenti del Movimento 5 stelle, Degasperi e Rullo, hanno messo in dubbio la regolarità del finanziamento pubblico all’associazione: in sintesi i due chiedono quale sia la «finalità di pubblica utilità» di Via pacis (motivazione in base alla quale è stata decisa la concessione del contributo), che nel proprio statuto si dichiara associazione con finalità religiose; e rilevano che, a loro dire, soltanto «una parte della nuova sede, la sala polifunzionale, rientrerebbe nelle tipologie delle opere finanziabili per cui un massimo di 240 mila euro per la sala polifunzionale che costerebbe circa 315 mila euro».

La sede di Via pacis sta per essere ultimata e a fine estate potrebbe già diventare operativa. «La proprietaria dell’area e dello stabile -  spiegano Rullo e Degasperi - è l’associazione Via pacis mentre esiste anche Via pacis onlus che però è giuridicamente distinta». Il contributo provinciale per l’ente religioso andrà a coprire una buona fetta della spesa complessiva, 2,1 milioni da progetto, poi portati a 2 milioni e 600 mila euro (più circa 400 mila per gli arredi), secondo quanto spiegato in gennaio dall’ingegner Giampietro Stagnoli e dal presidente Maino.


Era stato il presidente della Provincia in persona a firmare il 30 dicembre 2015 la delibera che concedeva il «mega finanziamento all’associazione. Da parte nostra - spiegano Rullo e Degasperi - abbiamo svolto tutta una serie di approfondite verifiche, che oggi ci portano a depositare un’ulteriore interrogazione al consiglio provinciale e due esposti».

I rilievi di Rullo e De Gasperi vertono sui criteri di ammissibilità al contributo pubblico deciso dalla giunta provinciale; anzitutto sottolineano che «l’associazione Via pacis ha presentato la domanda qualificandosi implicitamente come associazione avente finalità pubblica in virtù della dichiarazione contenuta nella delibera della giunta comunale di Arco che qualifica di pubblico interesse la costruzione della nuova sede sociale»: secondo gli esponenti cinque stelle la pubblica utilità non sarebbe stata verificata a dovere. «Sarebbero stati senz’altro necessari adempimenti istruttori o motivazionali se si considera che l’associazione Via Pacis è una associazione di fedeli laici della chiesa cattolica che persegue come obiettivi principali quello di organizzare incontri di preghiera, di porre in essere atti di evangelizzazione e di curare la formazione religiosa».

Peraltro i 5 stelle rileverebbero anche un’altra anomalia: «L’amministrazione provinciale ha corrisposto il contributo ritenendo che l’intervento rientrasse nella previsione di cui al punto 2 lettera a), n. 4) della delibera di giunta provinciale n. 1721 del 2008, vale a dire sale polifunzionali o locali dove si possono realizzare ed attività ricreative e culturali di vario genere». Motivo per cui, secondo Rullo e Degasperi, il contributo pubblico andrebbe parametrato solo sulla sala polifunzionale e non per il resto, e quindi, «non superiore ai 240 mila euro».

I due si rammaricano anche perché il comune di Arco non «ha provveduto, nell’ambito della convenzione stipulata con l’associazione, a imporre un vincolo all’uso pubblico della sala polifunzionale. Avrebbe dovuto essere la misura minimale a giustificazione dell’interesse pubblico concesso. Pur non rappresentando atti illeciti, rientrando nella discrezionalità dell’amministrazione - hanno concluso - denotano comunque scelte non conformi all’interesse pubblico. La più rilevante pare essere quella di non avere ottenuto nella convenzione la cessione di tutta l’area con destinazione urbanistica di pubblico interesse bensì solo circa la metà».

«Ormai i cinque stelle si sono fissati a fare esposti» commenta il sindaco di Arco, Alessandro Betta (Pd) in merito alla presentazione di due esposti (alla corte dei conti e alla procura della repubblica) sul finanziamento provinciale di 1 milione e 119 mila euro all’associazione cattolica Via pacis (ex Shalom) di Paolo Maino, per la costruzione della nuova sede in via Monte Baldo ad Arco.

«Non capisco l’ostinazione del movimento 5 stelle sui terreni ceduti al comune per costruire la ciclabile e la rotatoria: quel terreno - sostiene Betta - non era dovuto, l’abbiamo incamerato gratis, altrimenti dovevamo espropriarlo: abbiamo portato a casa una superficie per un valore di 250 mila euro. Quei soldi li avremo dovuti spendere noi, invece abbiamo ottenuto le aree ancora prima del contributo provinciale. Il percorso è stato di una trasparenza unica: è un errore madornale dire che abbiamo portato a casa solo metà di quello che ci spettava perché non ci era dovuto nulla».

È anche un po’ rammaricato Betta perché «escono queste polemiche proprio quando, il 9 agosto mi incontrerò a palazzo Giuliani con un gruppo di studenti di Via pacis proveniente da tutto il mondo». Betta rileva che ognuno può avere una sua opinione sul contributo provinciale e su come spendere quei soldi «ma da qui a fare un esposto ce ne passa. Loro quando sbagliano manco ti chiedono scusa, come per il caso di Veronesi all’Amsa».

E sul fatto che secondo i grillini sarebbe stata finanziabile solo la sala polifunzionale e non tutta la struttura l’utilità pubblic, il sindaco risponde: «È la Provincia a finanziare e a fare una valutazione tecnica. Se però ad esempio faccio un oratorio, finanzio tutto, anche l’appartamento del custode. E Via pacis è una struttura un po’ come l’oratorio di Arco; Via pacis è una associazione seria». Infine una parola sulla laicità dello Stato: «Io ci credo alla laicità dello Stato ma credo anche che vadano rispettate le tradizioni e la cultura; le associazioni e il volontariato, anche e soprattutto quello cattolico, sono la spina dorsale delle nostre comunità».

comments powered by Disqus