Arco, altro parto urgente e fuori orario

In due settimane due casi. Il bimbo nasce nella notte

di Davide Pivetti

Era successo due settimane fa, è capitato di nuovo nella notte tra sabato e domenica. Il che significa due parti urgenti in due settimane per i quali non è stato possibile completare il trasferimento in elicottero con il quale il nuovo «percorso nascite» sostituirà l'uso della sala parto dell'ospedale di Arco. Sala, lo ricordiamo, che chiuderà tra due settimane, cioè il 31 luglio.

Così come era accaduto l'altra volta, anche la notte scorsa è arrivata in pronto soccorso ad Arco una donna con un parto ormai imminente. Dilatazione significativa, già alcune gravidanze all'attivo, tempi che subito si sono preannunciati brevissimi. La donna, tra l'altro, pur essendo rivana, si era diligentemente recata in ospedale a Rovereto alle 21 di sabato sera perché pensava che il parto fosse ormai vicino e sapeva benissimo che ad Arco, già ora, non si potrebbe nascere di sera, di notte, nel fine settimana e pure nei giorni festivi (le regole in vigore da alcuni mesi e che saranno superate ad agosto con la chiusura totale). 

Al Santa Maria del Carmine, invece, dopo averla visitata, l'hanno rassicurata e rimandata a casa, non ritenendo così imminente il parto. A casa però è rimasta poche ore. Alle 2 del mattino si è presentata questa volta in pronto soccorso ad Arco chiedendo assistenza per quel che ormai era chiaro sarebbe accaduto di lì a breve. Seguendo il protocollo in vigore da alcuni mesi, in ospedale ad Arco hanno subito attivato l'elicottero chiedendo l'immediato trasferimento della donna a Rovereto o Trento. Nel frattempo - fino a fine mese è ancora possibile - sono stati chiamati il ginecologo reperibile e l'ostetrica del punto nascite ad Arco, figure che tra due settimane semplicemente non ci saranno più in casi come questo.

I tempi di impiego dell'elicottero, anche nel cuore della notte, non sono immediati. Il velivolo ha recuperato l'ostetrica al S.Chiara e ha poi raggiunto Arco. Ma a questo punto non c'era più tempo. Il rischio era che il bimbo nascesse in elicottero, nel viaggio tra due ospedali. Un'assurdità. Con il buon senso già dimostrato nella precedente occasione, il personale ha preferito riaprire la sala parto di Arco, fuori orario, e procedere immediatamente. Tutto è andato per il meglio, mamma e bimbo stanno bene, ma quanto accaduto già due volte in così breve tempo non può non preoccupare. Cosa accadrà dall'1 agosto quando, per volontà dell'Azienda sanitaria e della giunta provinciale, la sala parto di Arco sarà materialmente smantellata e il punto nascite definitivamente chiuso? Accadrà che in situazioni simili, quando non si riuscirà ad elitrasportare la paziente - se è successo due volte in due settimane quante volte accadrà in un anno? - il parto dovrà avvenire in pronto soccorso. Ma senza ginecologo e ostetrica. Cosa fattibile - per quanto lontana dall'ideale - nel caso di un parto semplice. Ma di fronte ad un parto problematico? Di fronte a complicazioni e all'impossibilità di aspettare un'ostetrica che arriva con un elicottero?

Non solo. Sempre sabato sera, in pronto soccorso, è arrivata anche una turista tedesca alla sesta settimana di gravidanza. Ha chiesto un controllo urgente, che per fortuna si è risolto con una dimissione dopo la visita da parte dell'ostetrica arcense. Anche per visite come questa, se fuori orario, da agosto occorrerà far intervenire un'ostetrica di Trento o Rovereto probabilmente con l'elicottero o in caso di minor urgenza bisognerà mandare in ambulanza la sventurata fino ad un altro ospedale. Quanti viaggi così si dovranno fare? Quanti voli si faranno per un controllo? Quante volte l'elicottero sarà impegnato altrove oppure arriverà ad Arco facendo mancare il suo intervento altrove? Domande alle quali, finora, nessuno ha risposto. 

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