Berlusconi ad Arco, decisione rinviata

L'ex premier potrebbe preferire per la riabilitazione la sua Arcore al Trentino

di Roberto Vivaldelli

Più passano le ore, più le possibilità che l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi approdi all’«Eremo» di Arco per affrontare la riabilitazione sono in calo. Certo, nulla è stato ancora deciso in tal senso, e la pista dell’«Eremo» - come riportato negli ultimi giorni anche da molti media nazionali - è ancora viva e non è da escludere. 
 
La risposta definitiva dovrà comunque arrivare entro domani, poiché il suo staff medico ha deciso di prendersi un po’ più di tempo prima di pronunciarsi. Un lasso di tempo che servirebbe alla stessa casa di cura di Chiarano per preparare l’eventuale arrivo di Berlusconi, certamente un paziente non facilissimo da gestire.  
 
Sarà fondamentale in queste ore capire qual è la volontà del leader di «Forza Italia» e dei suoi figli: venire all’«Eremo» di Arco oppure affrontare la riabilitazione al «San Raffaele» o in una delle sue dimore, magari ad Arcore, come ipotizza «Il Giornale» online. Qualcuno - come «Libero» - parlava della concreta possibilità dell’«Eremo» perché nella struttura di Chiarano potrebbe svolgere la riabilitazione in relativa tranquillità, rispetto al via vai di ospiti continuo che ogni giorno arriva al «San Raffaele» di Milano per fargli visita. 
 
Le ultime cronache narrano comunque di un Berlusconi in ottime condizioni: i controlli clinici sono soddisfacenti, i professori parlano di un decorso ottimale e di una ripresa dell’attività cardiaca adeguata ed efficace. Naturalmente, l’eventuale arrivo di Silvio Berlusconi in città ha scatenato le reazioni più disparate: da chi lo detesta e preferirebbe non venisse affatto a chi, invece, rileva la ricaduta positiva che avrebbe il suo soggiorno ad Arco in termini di visibilità mediatica, a conferma che il personaggio sa ancora essere estremamente divisivo: o lo ami o lo odi, senza vie di mezzo.
 
Ora non rimane quindi che attendere nuovi sviluppi, tenendo sempre presente che l’ex premier ha fatto dell’imprevidibilità un marchio di fabbrica; chissà che questa caratteristica non venga confermata anche in questo caso.

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